Le manifestazioni dell'occulto nelle opere di Thomas Mann

In uno dei romanzi più conosciuti di Thomas Mann, La montagna incantata (Der Zauberberg, 1924), vi sono alcuni riferimenti all’occulto. Il romanzo fu concepito inizialmente come racconto, ispirato da una breve permanenza nel sanatorio svizzero di Davos e nelle sue intenzioni non doveva essere altro che un contraltare umoristico alla Morte a Venezia. Il racconto crebbe via via di estensione e intensità fino a diventare romanzo. Il protagonista è Hans Castorp, solido e rispettabile borghese, aperto ad ogni avventura di tipo intellettuale e pronto a soddisfare ogni sua curiosità spirituale.

A stretto contatto con la realtà del sanatorio, il suo carattere subisce un’evoluzione e un incremento: passa infatti attraverso malattia, amore, razionalismo, pessimismo, conoscenza e, inoltre, manifestazioni dell’occulto. Con la Montagna incantata si traccia una sintesi dell’epoca di Mann prima dello scoppio della prima guerra mondiale. Nell’opera si riconosce un marcato simbolismo, a partire dal sanatorio come scenario della vicenda e come luogo della malattia e del sogno in contrapposizione con il mondo borghese del progresso e della razionalità. Durante il suo soggiorno, Castorp intraprende un percorso formativo grazie all’incontro con gli ospiti del sanatorio. È così che il protagonista si farà portavoce delle diverse ideologie del tempo. Nel sanatorio vive quell’èlite decadente, non a caso malata, che sarà travolta dalle ultime pagine del romanzo intitolato “il tuono” dove ormai la guerra è imminente. Il rumore dei cannoni della guerra del 1914 richiameranno Castorp alla pianura dopo l’esperienza a Davos, per tornare uomo tra gli uomini.

L’episodio del romanzo che ci conduce nuovamente al tema dell’occulto si colloca nel capitolo intitolato Settore oltremodo problematico. Hermann Kurzke, nella sua biografia su Thomas Mann intitolata Das Leben als Kunstwerk (La vita come opera d’arte) adotta lo stesso titolo del capitolo della Montagna incantata (Fragwürdigstes, Settore oltremodo problematico) per sottolineare il riferimento con il romanzo di Mann, quando parla delle “esperienze occulte” dell’autore. In questo capitolo, Kurzke ci offre una valida interpretazione e introduzione a quelli che sono gli aspetti più importanti dell’episodio che vede Hans Castorp alle prese con l’occulto proprio come Thomas Mann aveva ceduto furtivamente alle scienze occulte. Kurzke scrive appunto che i rapporti di Mann con la parapsicologia sono più profondi di quanto non sembri a prima vista. Già nel 1894 nel suo primo quaderno di appunti riporta osservazioni in favore dell’occultismo. Lo scrittore ha chiaramente sempre in parte creduto a questo tipo di esperienze; lo dimostrano il suo interesse e il trattarne in diverse sue opere.

La montagna incantata è stata scritta tra il 1912 e il 1924, periodo contrassegnato da molteplici esperienze nella vita dell’autore, tra le quali gli Okkulte Erlebnisse del 1922. Probabilmente l’elaborazione del capitolo Fragwürdigstes è stata influenzata parzialmente dagli avvenimenti del 1922, quando Mann assiste per la prima volta ad una seduta spiritica e ha così la possibilità di accertare personalmente le manifestazioni dell’occulto. Ecco perché in molti passaggi, troviamo elementi e caratterizzazioni che rimandano agli Okkulte Erlebnisse. L’elemento della seduta è sempre presente; all’interno del sanatorio svizzero, il protagonista, Hans Castorp, dopo diversi giorni riceve l’invito dal dottor Krokowski a partecipare ad una delle sedute spiritiche organizzate da lui nel sanatorio.

Il dottor Krokowski per alcuni aspetti ricorda il dottor Schrenck-Notzing degli Okkulte Erlebnisse, elemento chiave e significativo in merito al discorso cronologico precedentemente analizzato. Per questo motivo, Krokowski potrebbe essere la personificazione narrativa di Schrenk-Notzing, inserito tuttavia all’interno di un’opera molto più completa e complessa come è la Montagna incantata. La seduta è tenuta da una giovane medium di nome Ellen Brand, e anche lei per certi aspetti ricorda il giovane medium Willi. Di Ellen Brand vengono però fornite molte più informazioni: ha 19 anni, proprio come Willi, lavora in banca, dall’aspetto casto, vitreo, infantile ma molto amabile; il suo modo di parlare è cauto e fine e nonostante quell’aspetto così poco notevole, la giovane danese possedeva qualità che mai si sarebbero immaginate. I primi sintomi si avvertirono quanto alcuni dei pazienti del sanatorio si erano accorti che in lei accadevano cose anormali, inaudite, che si era presentata una onnisciente, una fanciulla che udiva voci.