La musica sacra dopo il Concilio: funzioni, dibattiti, protagonisti.
La Messa dei giovani
La Messa dei giovani (o Messa beat o Messa je je) fu un fatto storico, una Woodstock cristiana che inizialmente suscitò più polemiche che altro, ma che segnò un vero punto di svolta nella musica liturgica. In essa sfociò il fermento di una base popolare e giovanile che ballava attorno a un jukebox e premeva per avere un maggior rilievo nella società; quella generazione che stava crescendo riunendosi attorno a un mangiadischi per ascoltare i complessi rock inglesi e americani.
Correva l’anno 1966 e il panorama musicale mondiale era abbastanza variegato: I Beatles, al culmine del successo, si apprestavano a pubblicare il loro album Revolver (che presenta i primi esperimenti di rock psichedelico), otto mesi dopo Rubber Soul; I Rolling Stone, già da sei anni sulle scene mondiali, pubblicavano il primo album di canzoni interamente composte da loro, Aftermath; Frank Sinatra confermava la sua importanza nella scena musicale con i celeberrimi album Moonlight Sinatra e Strangers in the Night; in Italia venivano pubblicate canzoni rimaste nella storia come Nessuno mi può giudicare, Il ragazzo della via Gluck, Riderà e il primo album di Fabrizio De Andrè.
In ambito “cattolico” muovevano i primi passi complessi che avrebbero avuto una lunga e importante storia come i Gen Rosso e i Gen Verde. Già da diversi anni le giovani generazioni crescevano con una “colonna sonora” caratterizzata da ritmi incalzanti e sincopati, strumentazione elettrica più batteria, volumi alti che, uniti al ritmo, instauravano un rapporto con la corporeità.
Si è già detto come, in ambito ecclesiale, una certa interpretazione del Concilio avesse determinato una nuova apertura alle esperienze e alla sensibilitâ dell’uomo contemporaneo, con il conseguente auspicio che la musica da Chiesa potesse accogliere stili e strumentazione in uso fra i giovani.
Colui che riuscì a far entrare la chitarra elettrica e la batteria in Chiesa fu Marcello Giombini (Roma, 8 luglio 1928 – Assisi, 12 dicembre 2003), che dopo un periodo giovanile in cui compose musiche sinfoniche (eseguite anche dalle orchestre della Rai) e di impostazione dodecafonica (tutte successivamente distrutte, tranne Eclisse), si affermò nella scena internazionale come buon compositore di colonne sonore, soprattutto di quel genere tutto italiano che fu lo Spaghetti Western.
La vera svolta della sua vita e della sua carriera avvenne però nel 1966 quando, insieme a Giuseppe Scoponi e, secondariamente, Carlo Gasbarri che si occuparono dei testi, attuò l’idea «di dare ai giovani l'opportunità di pregare cantando con la loro musica, coi loro strumenti, con la loro gioia di vivere». Questa iniziativa ebbe un consulente religioso e un punto di riferimento in padre Gabriele Sinaldi. […]
L’ideazione della Messa dei Giovani ha alla base tutto un pensiero sulla musica liturgica che, si è visto, pone l’esperienza liturgica sullo stesso piano dei partecipanti: viene quasi a mancare la relazione verticale nei confronti della divinità, a vantaggio di una relazione orizzontale nei confronti dei “fratelli”, basata sugli stessi linguaggi, verbali e non, usati dai giovani e dalle persone che vivono la vita di tutti i giorni. […]
La “prima” della Messa dei Giovani ebbe luogo il 27 aprile 1966 presso l’Aula Borrominiana dell’Oratorio di San Filippo Neri a Roma, attirando una marea di pubblico, soprattutto giovanile, che partecipò all’evento come se si trattasse di un concerto rock. L’esecuzione dei brani fu affidata a tre complessi: I Barritas, gli Angel and the Brainse i Bumpers.Verso le 18.30 si diede inizio all’evento alla presenza di sacerdoti, musicisti, giornalisti e a un pubblico foltissimo e anagraficamente variegato. La folla era tale che si dovettero piazzare degli altoparlanti all’esterno dell’oratorio per consentire l’ascolto a chi non era potuto entrare. […]
Le cronache del tempo ci raccontano di una partecipazione numerosa di giovani che accompagnarono l’esecuzione delle canzoni con fischi, urla e applausi tipici di un evento rock. Si rischiarono persino disordini. […]
Gli autori dei testi si concessero qualche licenza nel trasformare alcuni testi del messale ritenuti immutabili, come il Santo, il Padre Nostro e l’Alleluia. Nel primo troviamo “Cantano i cieli e le galassie la tua gloria” al posto di “I cieli e la terra sono pieni della tua gloria”; nel Padre Nostro, “Dacci anche oggi il nostro pane, perdona a noi le nostre colpe come noi le perdoniamo ai nostri fratelli, dacci tanta forza d’essere fedeli”; l’Alleluia viene farcito con versi di pura invenzione: “Alleluia alleluia, per la nostra gioventù noi ti ringraziamo, per la gioia di cantarti o Signore noi ti ringraziamo, alleluia alleluia”. […]
La musica di Giombini riflette le nuove istanze della sensibilità del dopoguerra, cioè una cultura pluralista dove coesistono diversi stili e linguaggi musicali. Non esistono molti studi sugli aspetti più propriamente musicali di tale repertorio, ma si può far riferimento ad alcune tesi degli allievi dei corsi di perfezionamento liturgico-musicale istituiti presso l’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). Di particolare interesse quella di Luigi Mandorino, elaborata nel 1995 e intitolata Le forme musicali della Liturgia rinnovata nel panorama musicale di Marcello Giombini (relatore M° Antonio Parisi). […]
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La musica sacra dopo il Concilio: funzioni, dibattiti, protagonisti.
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Informazioni tesi
Autore: | Raffaello Pilato |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | Musicologia |
Relatore: | Pietro Misuraca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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