Il problema dell'evasione fiscale in Italia
La mentalità fiscale: come l’atteggiamento verso lo Stato determina il modo di pensare in campo fiscale
“In Italia il contribuente non ha mai sentito la dignità di partecipare alla vita statale: il contribuente paga bestemmiando lo Stato, e non ha coscienza di esercitare, pagando, una vera e propria funzione sovrana”.
Piero Gobetti, luglio 1922
Come si è visto nel paragrafo precedente, alcune cause, tra quelle più determinanti nella scelta di evadere, sono riconducibili al rapporto che intercorre tra i cittadini e lo Stato, inteso come soggetto che amministra le entrate fiscali e le ridistribuisce sotto forma di spesa pubblica. La validità di tale relazione è confermata da diversi studi che negli ultimi anni si sono occupati di indagare le modalità secondo le quali “il rispetto del patto fiscale tra i cittadini e lo Stato dipende anche dalla qualità dell’azione del settore pubblico e che un comportamento poco virtuoso di quest’ultimo riduce l’incentivo dei cittadini a pagare le tasse” (Barone, Cannari, Mocetti, 2012, p. 72).
Tale affermazione scaturisce dall’idea che alla base di ogni società esista un contratto implicito in cui si associa, al pagamento delle tasse da parte dei cittadini, la fornitura di beni e servizi pubblici da parte dello Stato. È possibile quindi ipotizzare che, considerando la correttezza fiscale come una relazione bilaterale, dalla percezione dei cittadini della qualità dei servizi erogati dalla PA, possa dipendere la compliance fiscale spontanea e, supporre quindi che, alla mancanza di una adeguata contropartita da parte della PA, i cittadini possano adeguarsi modificando il proprio atteggiamento fiscale in senso non cooperativo. Questa ipotesi secondo Barone e Mocetti (2009) trova fondamento nella natura dell’interazione tra contribuente e settore pubblico. Secondo loro, infatti, ad una bassa efficienza di quest’ultimo nella fornitura di beni e servizi potrebbe corrispondere una minore lealtà fiscale in risposta alla percezione di iniquità del contratto implicito con lo Stato. Viceversa, una favorevole percezione dell’output pubblico, sarebbe correlata positivamente con la compliance spontanea in quanto influenzerebbe direttamente il senso civico-economico, e negativamente il tasso di evasione. Per verificare il valore di questa relazione sono stati effettuati diversi studi tra i quali appaiono maggiormente significativi quello di Barone e Mocetti svolto nel 2009 per la Banca d’Italia e quello di Afonso del 2006 che permette anche di confrontare la situazione italiana con quella degli altri paesi europei. In estrema sintesi, i primi sfruttano la forte eterogeneità territoriale dell’inefficienza della spesa pubblica locale per creare un modello micro-econometrico che combina i dati individuali sulla tax morale tratti da una precedente indagine della Banca d’Italia con stime dell’inefficienza della spesa elaborate a partire dai Certificati di conto consuntivo dei Comuni italiani per verificare l’esistenza di un rapporto di causa-effetto. Mentre Afonso e altri costruiscono misure di output e di efficienza utilizzando indici specifici che riguardano sia la percezione, sia la valutazione quantitative-oggettive di output pubblico, in settori nei quali i servizi erogati dalla PA hanno un significativo impatto sulla vita dei cittadini: istituzioni, sanità, istruzione e infrastrutture (cfr. Ufficio Studi Confcommercio). Sorvolando sulle modalità di elaborazione di questi studi che costituiscono un argomento di sicuro interesse non approfondibile in questa sede, vanno considerate le conclusioni alle quali sono arrivati le suddette indagini. Per quanto riguarda l’indagine di Barone e Mocetti i risultati indicano che i cittadini italiani residenti in comuni con una minore efficienza della spesa pubblica mostrano una minore lealtà fiscale e la reattività dei cittadini verso l’inefficienza è maggiore nei comuni dove è più bassa la spesa pubblica e/o dove è maggiore l’autonomia finanziaria. Dal lavoro di Afonso emerge il quadro della situazione italiana nel contesto internazionale. Secondo questo studio, in grado di osservare anche l’andamento temporale del fenomeno, nel nostro Paese la percezione di come lo Stato risponde alle esigenze di cittadini e imprese è peggiorata nell’ultimo decennio e ha lasciato il nostro l’Italia agli ultimi posti nella graduatoria dei 26 europei ed extra-europei per i quali è stato possibile stilare l’indicatore composito della qualità-quantità che misura l’output pubblico. Come si può vedere nella tabella infatti, mentre quasi tutti i paesi hanno migliorato o mantenuto stabile il proprio indice, il valore relativo all’Italia è sceso, relegando il nostro Paese all’ultima posizione di questa classifica che vede davanti a noi perfino economie meno sviluppate della nostra come quelle di Messico, Grecia e Slovacchia.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il problema dell'evasione fiscale in Italia
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Informazioni tesi
Autore: | Raffaello Ciaccia |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dell'Amministrazione |
Relatore: | Roberto Segatori |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 231 |
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