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La neuroeconomia: analisi, valutazioni e applicazioni

La memoria e i beni presenti nel processo decisionale

La parola memoria deriva dal latino e significa “ciò che si ricorda”. La memoria è la capacità di ricordare e mantenere un’identità personale, essenziale durante il corso della vita. Verrà analizzato l’uso della memoria e quanto questa influenzi o meno le decisioni economiche. Senza la memoria, non ci sarebbe né esperienza pregressa né apprendimento da errori. Pertanto ci si chiede da cosa scaturisce il fatto che molti soggetti persistano nelle loro cattive scelte e non imparino dal passato.
Antonio Damasio, direttore del centro di Brain and Creativity Institute dell'Università della California, ha ideato una prova chiamata Iowa Gambling Task, con il quale ha dimostrato che le nostre emozioni danno un contributo fondamentale alla razionalità dei nostri ragionamenti e delle scelte (Damasio 1994). Questa studio è cominciato dall’osservazione di pazienti che presentavano lesioni cerebrali nella zona ventromediale della corteccia prefrontale, secondo Damasio questi soggetti non sono in grado di correggere comportamenti che sanno essere dannosi, come se non imparassero dal passato. Il loro livello di ragionamento però è risultato normale, erano le emozioni che non svolgevano il loro compito. Questi soggetti si rendevano conto del loro comportamento dannoso, ma l’inerzia emozionale non permetteva loro di cambiare comportamento. Gironde (2008) collega questa ricerca riportando il famoso caso di un incidente della metà dell'800 in cui un uomo statunitense, Phineas Gage, che lavorava alle ferrovie del Vermont si ritrovò il cranio attraversato da una sottile sbarra di ferro. Fortunatamente sopravvisse all’incidente restando anche cosciente durante l’incidente. Fu assistito da John Martyn Harlow, il medico locale. La sbarra gli aveva perforato la corteccia frontale anteriore e la materia bianca. Il primo rapporto scientifico sul caso, redatto da Harlow, comparve pochi mesi dopo come lettera all’editore del Boston Medical and Surgical Journal. Dopo neanche 3 settimane, Gage risultava rimesso completamente, senza neppure dolori alla testa. Al di là di una dettagliata cronistoria degli eventi, vi erano contenuti pochi particolari neurologici. Fu solo nel 1868, venti anni più tardi e quando Phineas Gage era già morto, che Harlow documentò per la prima volta, in un rapporto pubblicato nel bollettino della società medica del Massachusetts, le manifestazioni mentali delle lesioni al cervello di Gage. Secondo Harlow il paziente aveva sì recuperato il possesso completo della ragione dopo l'incidente, ma sua moglie e la gente vicino a lui avevano presto cominciato a notare cambiamenti drammatici nella sua personalità. Il danno alla corteccia frontale anteriore aveva provocato una perdita completa delle inibizioni sociali. Questa tipologia di pazienti è proprio quella di cui parla Damasio nei suoi studi e nella formulazione dei suoi test. Da questa patologia si parte per comprendere meglio il processo decisionale e le cause della dissociazione tra vedere le cose correttamente e prendere una decisione corretta.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La neuroeconomia: analisi, valutazioni e applicazioni

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Informazioni tesi

  Autore: Giovanni Curcio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Vincenzo Visco Comandini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

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