Il tema dell'eros nella fenomenologia come prassi di Enzo Paci
La maturità come tempo della riflessione fenomenologica e della prassi fondativa: dalla individuazione alla comunità
"L’altro è dunque un significato. Come esperisco, dunque, questo significato? Quali sono le modalità del mio esperire per cui l’altro diventa per me significativo? E per rispondere a questa domanda che devo ridurmi al solipsismo assoluto, a quel solipsismo metodico, artificiale, che mi pone nelle condizioni di avere in me il tutto potenzialmente, sì da avere in me, potenzialmente, anche l’altro. L’altro lo devo trarre in qualche modo da me e così devo a poco a poco scoprire il suo significato per me e il mio significato per lui." (Enzo Paci Per una Fenomenologia dell'eros)
Questo non significa che tra le mie facoltà o potenzialità ci sia quella di poter essere l'altro: ogni tentativo di immedesimazione, di realizzare quell'intimità irraggiungibile sognata dal Don Giovanni è, come vedremo, destinata a fallire.
L'eros non lo permette, non permette nemmeno che io possegga l'altro (quando questo succede l'eros è annullato e annullata, a mio parere, in una continua ricerca dell'istante, è anche quella temporalità e le sue modificazioni, che qui si rivela fondamentale).
In senso stretto, tutto ciò che io posso possedere, gestire, fare in modo che risponda ai miei ordini è il mio corpo: la riduzione è anche riduzione alla proprietà. Per questo motivo "per Husserl il corpo altrui non può mai essere percepito come corpo proprio. Se io ho l'esperienza del mio proprio corpo, così come in me lo sento e lo vivo, vuol dire che io posso agire, ed io posso agire, in ultima analisi, in quanto oltrepasso il gioco della ritensione e della protensione in quello della rimemorazione e della anticipazione.
L'azione dei soggetti nel rapporto intersoggettivo è sempre legata, per questa e altre ragioni, al tempo e alle sue modificazioni. Il corpo è 'proprio' nella misura in cui si distacca dalla ritensione e si riguarda, storicamente, nella rimemorazione. Il corpo proprio non è prigioniero di un presente chiuso. È cinesteticamente attivo in quanto si dà una distanza nello spazio e nel tempo. L'io può fare qualcosa, può agire, in quanto è temporalità storica, in quanto stabilisce un rapporto con il passato in connessione ad un progetto per l'avvenire. La soggettività propria è possibilità di movimento e di azione, possibilità storicamente fondata. Avere questa possibilità significa avere una facoltà.
Ora per Husserl è la possibilità di avere delle facoltà che permette la prassi. Il ritorno alla soggettività si presenta qui come ritorno all'azione nel tempo, azione legata al passato ed aperta ad un futuro teleologico. (...)L’esplicitazìone di ciò che è nascosto è la ragione vivente. È il destarsi dall’assopimento. È il passare dall’inconscio alla «Coscienza desta del mondo». La coscienza desta del mondo è una facoltà: è una facoltà che diventa attività, prassi, sullo sfondo di un passivo «avere il mondo»." (Enzo Paci, Funzione delle scienze e significato dell'uomo)
Si comprende quanto, in contrasto dialettico con questo sfondo dell’avere passivo, siamo noi -vivi nell’orizzonte teleologico- ad attribuire un senso generale alle nostre azioni particolari a tematizzarle . Il tema è consapevolezza percettiva. Tematizzare vuoi dire trarre conclusioni, delineare, progettare, mediare attivamente tra progetti e scopi.
Ciò che Paci cerca, nell'implicita, ovvia, tematizzazione che attraverso il nostro corpo compiamo è l'immanaenza di un telos. Ritrovarlo nel corpo-monade significa ritrovare, in un progetto tematico intermonadico, la fondazione della civiltà contro la minaccia della morte in una continua lotta contro l’oscuro, l’anonimo, il nascosto.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il tema dell'eros nella fenomenologia come prassi di Enzo Paci
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Informazioni tesi
Autore: | Nazario Malandrino |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Giuseppe Cantillo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 245 |
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