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Il terrorismo di sinistra e i servizi segreti

La lotta armata nella seconda metà degli anni '70: Prima Linea

Nella seconda metà degli anni '70, si assiste ad una serie di scissioni all'interno dei gruppi legali e di quelli clandestini che determinano la nascita di nuove formazioni rivoluzionarie.
La più rappresentativa tra queste nuove formazioni è Prima Linea la quale, se si escludono le Brigate rosse, costituisce l'organizzazione che ha compiuto il maggior numero di atti eversivi. Prima Linea si costituisce nel 1976 in seguito alla separazione di alcuni militanti dalla formazione extra – parlamentare Lotta Continua. I fondatori del nuovo gruppo, appartengono quasi tutti alle aggregazioni interne di Lotta Continua denominate "Corrente" e "Frazione" che si contraddistinguono per avere propagandato "l'armamento di massa". Questi esponenti, formano un reticolo di contatti con situazioni operaie operanti nelle zone di Milano, Bergamo, Torino, Napoli e della Brianza. Il rapporto si estende anche ad alcuni militanti provenienti da Potere Operaio di varie zone d'Italia e si concretizza con la pubblicazione della rivista "Senza Tregua" e l'istituzione dei Comitati Comunisti per il Potere Operaio. Da questi, infine, si costituiscono i Comitati Comunisti Rivoluzionari, le Unità Comuniste Combattenti e Prima Linea.

Se inizialmente la strategia d'intervento di Prima Linea ê abbastanza nebulosa in quanto il gruppo rivendica le proprie azioni riconducendole a molte sigle diverse, successivamente essa viene formalizzata nel primo struttura diffusa interna ai movimenti di massa (le Squadre o Ronde 33), e una struttura centralizzata operante sia a livello locale che nazionale. A conferma del parallelismo tra le due strutture è interessante quanto dichiarato
dall'organizzazione: "il nostro compito fondamentale ê chiudere la forbice che si è aperta tra organizzazione combattente e combattimento proletario".
L'azione di Prima Linea ê rivolta sia alle fabbriche, sia all'ambiente esterno ad esse, mostrando una certa comunanza d'intervento con l'area autonoma della quale, peraltro, tenta di porsi come avanguardia.
Rispetto alla razionalità delle Brigate rosse, Prima Linea basa la propria azione sullo spontaneismo senza avere come punto di riferimento un progetto politico definito. In realtà, i militanti dell'organizzazione, inizialmente alternano, senza particolari misure di sicurezza, l'attività illegale alla routine della vita normale. Solo in un secondo momento Prima Linea è costretta alla clandestinità.

È interessante notare che la quasi totalità delle azioni compiute da esponenti di Prima Linea vengono compiute dal '77 al '80, quindi all'interno di un arco temporale molto limitato. Per l'organizzazione, gli obiettivi da colpire sono i poliziotti, i magistrati e i dirigenti d'azienda.
All'inizio del 1978 si raggiunge una comune modalità d'azione con il gruppo denominato Formazioni comuniste combattenti. In seguito, la formazione radicalizza il proprio repertorio violento compiendo numerosi attentati. Questa
nel settembre del '79 che porta alla nascita del gruppo Per il comunismo. L'anno seguente Prima Linea decide di estendere l'intervento politico a Roma.
Durante il 1980 la formazione è ancora molto agguerrita e mette a segno diversi omicidi, tra i quali spicca quello di un proprio militante, William Vaccher, accusato di collaborazionismo con la giustizia.
I continui arresti di militanti e conseguenti pentimenti, disgregano la formazione che subisce altre scissioni: un primo gruppo confluisce nelle Br, un altro fonda una nuova formazione definitasi Nucleo dei comunisti.
Nel dicembre dell'80, altri arresti e pentimenti comportano un ulteriore indebolimento della struttura organizzativa che, di fatto, si scioglie nel 1981. In seguito all'insuccesso dei velleitari tentativi di riorganizzazione della lotta armata attraverso le strutture Polo organizzato e Comunisti organizzati per la Liberazione proletaria, l'esperienza di Prima Linea viene dichiarata definitivamente conclusa nel 1983.
Oltre alle Brigate Rosse e a Prima Linea che rappresentano, come già detto, le maggiori formazioni clandestine del terrorismo rosso, vi sono molti altri gruppi che hanno operato negli anni '70. Le più degne di nota per numero di eventi compiuti, anni di militanza e estensione territoriale sono: i Nuclei armati proletari (Nap) molto attivi per quanto riguarda il settore carceri; le Unità comuniste combattenti; i Reparti comunisti d'attacco; le Formazioni Comuniste Combattenti. Segue poi, all'interno della galassia della sinistra rivoluzionaria, mesi compiendo anche solamente un'azione dimostrativa, o che hanno rivendicato azioni diverse con sigle diverse.
L'esame minuzioso di queste formazioni non compete a questo lavoro che si pone come campo d'indagine prioritario i rapporti tra il terrorismo di sinistra e i servizi segreti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il terrorismo di sinistra e i servizi segreti

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Visini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Emilio Franzina
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 152

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