Rappresentazione dell'Italia sulla Scena Elisabettiana
La lingua italiana nei drammi inglesi
Essendo destinati alla rappresentazione per un pubblico inglese, anche se ambientati in Italia, i drammi elisabettiani contengono non poche parole italiane, anche dialettali. I drammi in cui è addirittura necessario introdurre dei vocaboli o delle frasi in altre lingue sono quelli in cui bisogna distinguere personaggi “del posto” e personaggi stranieri come in The Dutch Courtesan di Martson o utilizzando anche varietà di inglese come Shakespeare fa in The Merry Wives of Windsor in cui Parson Evans parla gallese mentre Dottor Caius metà inglese e metà francese. In Italia si incontrano diverse culture e i personaggi riescono a comunicare, oltre che all'inglese, anche grazie a vocaboli appartenenti ad altre lingue e talvolta la differenza linguistica è anche funzionale allo svolgimento del plot. Una delle parole sicuramente riportate in diverse lingue e facilmente comprensibile da tutti i personaggi indipendentemente dalla loro nazionalità è sir in Inglese, reso in Italiano con signior o signeur, in spagnolo con don e in francese con monsieur. Un esempio può essere uno dei dialoghi tra Petruchio e Hortensio in The Taming of the Shrew in cui anche Shakespeare introduce vocaboli Italiani:
PETRUCHIO: Signior Hortensio, come you to part the fray?/ Con tutto il cuore ben trovato, may I say.
HORTENSIO: Alla nostra casa ben venuto, molto honorato signior mio Petrucio
o ancora le battute di Pistol nel 2Henry IV il modo di dire “Si fortune me tormente, sperato me contento”.
Ripercorrere la storia dei rapporti anglo-italiani, fatta di commerci, di libri, di viaggi e di parole che, nel corso dei secoli, sono entrate nella lingua inglese, arricchendone il lessico. Oltre che nell'ambito della cucina, ancora oggi troviamo prestiti lessicali dell'italiano all'inglese in molti settori come l’architettura, la moda, la musica e il ‘made in Italy’, in cui l’Italia primeggiava nel periodo del Rinascimento, ma che oggi hanno il ben più utilizzato lemma inglese. Attraverso lo studio della lingua italiana, i gentiluomini e i cortigiani inglesi intendono accostare una civiltà superiore e realizzare l’ideale di perfezione dell’uomo rinascimentale, cosicché l’influsso linguistico è strettamente connesso a quello letterario e culturale, ed è facile esemplificare la presenza in inglese di italianismi negli ambiti dove l’Italia rinascimentale costituisce modello di eccellenza: dal campo delle arti figurative e dell’architettura cupola, duomo, belvedere e piazza.
Insomma, viene da dire che questi tecnicismi sono il lontano contraltare degli anglicismi dell’informatica e della finanza di cui oggi si riempiono la bocca molti dei nostri manager: più numerosi di quelli cinquecenteschi sono i termini tecnici relativi all’architettura e alle arti figurative, anche per l’influsso di Inigo Jones (1573-1652) e di altri architetti inglesi che si ispirano al Palladio: balcony, campanile, palazzo, stanza, miniature e quelli musicali: allegro, baritone, canto, piano, sonata.
Sebbene la varietà di questi esempi documentino l’ampiezza dell’influsso italiano a cavallo tra XVI e XVII secolo, proprio in questi anni inizia a manifestarsi un desiderio di emancipazione da tale modello, anche per il coevo rafforzamento dell’identità politico-culturale dell’Inghilterra. Come è ben chiaro non sono entrati nel vocabolario inglese solo vocaboli come pasta, mafia e mamma mia!
Nei drammi shakespeariani appaiono moltissime parole italiane o di origine latina e molto spesso anche i nomi dei personaggi principali un significato esplicito preciso legato all'etimologia della corrispondente parola italiana. Esempi sono Benvolio in Romeo and Juliet, il cui significato per noi Italiani è facilmente comprensibile e che gli inglesi traducono con "good-will", "well-wisher" o "peacemaker" siccome questo personaggio, il nipote di Romeo, cerca di evitare gli scontri tra la famiglia Montecchi e Capuleti. Come per Benvolio anche Malvolio, il maggiordomo in Tewlfth Night ha un chiaro significato in italiano, esplicabile in inglese con la formula “ill-will”. Ancora Desdemona è un nome Italiano di origine greca, da δυσδαιμων (dysdaimon), che significa "dal destino avverso”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Rappresentazione dell'Italia sulla Scena Elisabettiana
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Informazioni tesi
Autore: | Antonietta Cestari |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Antonella Piazza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 50 |
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