Un autoscatto satirico: ridere del terrorismo in Arabia Saudita
La lingua di Selfie
Fra i tanti aspetti della serie tv Selfie, il tipo di lingua utilizzata merita una certa attenzione, sia perché è in linea con le esigenze del mercato televisivo arabo, sia perché è uno degli elementi con cui gli autori caratterizzano i personaggi e creano l'effetto comico in molte scene. L'arabo utilizzato in Selfie è una forma dialettale volontariamente avvicinato all'arabo standard dei media e degli ambienti ufficiali, che costituisce un fenomeno linguistico relativamente recente e favorito dai nuovi mezzi di comunicazione online, che permettono scambi sempre più frequenti fra parlanti di tutto il mondo arabo.
La lingua araba presenta due forme ben distinte: una scritta, chiamata fuṣḥā, fortemente standardizzata, e una parlata, detta ‘āmmiyya, con diverse varietà regionali e storicamente considerata meno prestigiosa, nonostante sia la lingua madre della totalità degli arabofoni. Generalmente, si distingue fra la fuṣḥā at-turāṯ ("linguaggio classico del retaggio"), lingua della religione islamica, della letteratura e degli studi specializzati, e fuṣḥā al-‘aṣr ("linguaggio classico contemporaneo"), anche chiamata "arabo moderno standard". La fuṣḥā al-‘aṣr è attualmente utilizzata, anche in forma orale, negli ambienti ufficiali, nell'informazione e nell'istruzione, ed è normalmente la varietà insegnata agli studenti di lingua araba in tutto il mondo. Per quanto riguarda la ‘āmmiyya si può parlare di diversi livelli di lingua, le cui classificazioni si basano generalmente su criteri geografici o socio-culturali: ad esempio, si operano delle distinzioni a seconda del livello di istruzione dei parlanti, ma anche fra i dialetti urbani, fra cui quelli delle capitali godono di maggiore diffusione e prestigio, e rurali.
In generale, i programmi d'informazione preferiscono utilizzare l'arabo moderno standard, la cui forma orale si distingue nettamente dalla maggior parte dei dialetti poiché preserva lo ‘irāb, ovvero i morfemi che segnalano il caso e la presenza/assenza di determinante in molti nomi e aggettivi, nonché il modo verbale. I programmi d'intrattenimento, tuttavia, ricorrono più spesso ai dialetti: le popolari musalsalāt egiziane, ad esempio, hanno diffuso il dialetto cairota in tutto il mondo arabo.
Similmente, i canali satellitari hanno avvicinato il pubblico di nazioni differenti a una grande varietà di ‘āmmiyya. Per quanto riguarda la comicità, l'utilizzo del vernacolo rende i dialoghi sicuramente più genuini, scorrevoli e coloriti, di quanto non sarebbero recitati in fuṣḥā: non è un caso, ad esempio, che le barzellette nei Paesi arabi siano in dialetto, in modo da ricorrere anche a giochi di parole e ai doppi sensi della lingua comune. Anche durante la naḥda, le prime vignette satiriche di ʻAbd Allāh an-Nadīm o il teatro di Yaʻqūb Ṣanūʻ utilizzavano il vernacolo egiziano, in modo da attirare un maggior numero di lettori e spettatori, suscitandone l'ilarità anche grazie alle pittoresche espressioni della lingua parlata. Nella scelta della varietà linguistica, tuttavia, gli autori di Selfie devono anche aver considerato l'intenzione dell'emittente MBC di raggiungere il più ampio bacino d'utenza possibile, preferendo, quindi, utilizzare una forma dialettale comprensibile alla totalità degli arabofoni, scevra degli elementi caratteristici delle parlate locali e tendente alla fuṣḥā, ovvero quella varietà chiamata "arabo mediano".
Dall'analisi degli scambi fra arabofoni di aree geografiche differenti, e quindi parlanti dialetti differenti, è emersa la definizione di una terza varietà di lingua araba, detta al-‘arabiyya al-wusṭā ("arabo mediano") o al-luġa aṯ-ṯāliṯa ("terza lingua"). Questo arabo mediano è il risultato dello sforzo dei parlanti di eliminare gli elementi più marcatamente dialettali della propria ‘āmmiyya, in modo da permettere la comunicazione con arabofoni di nazionalità diversa. Tale varietà è ancora in fase di stabilizzazione poiché è spesso frutto dell'inventiva individuale di ogni parlante, ma delle forme di arabo mediano, spesso influenzate dai dialetti delle capitali, sono state utilizzate sempre di più dalla radio e dalla televisione, favorendone la diffusione su scala nazionale.
Più che di un unico "arabo mediano", in Selfie si può parlare di tanti livelli che concorrono, insieme ad altri elementi, alla caratterizzazione dei personaggi, specificando, ad esempio, la loro provenienza geografica. Il barbiere in al-Ḫalīfa e l'autista che all'inizio di Bayḍat aš-Šayṭān aiuta il padre a entrare clandestinamente in Siria, hanno un marcato "accento" siriano; ovvero, il loro arabo parlato presenta delle caratteristiche fonologiche e lessicali che gli autori, gli attori e gli spettatori riconducono ai parlanti di nazionalità siriana. Nei dialoghi del barbiere, ad esempio, la parola al-ǧam‘a; "la gente" è pronunciata al-žam‘a e si ritrova il preverbo b- che indica il presente (b‘arif , "io riconosco"), mentre l'attore utilizza idiomatismi tipici dell'arabo colloquiale siriano: sīdī come formula di cortesia, che implica una certa confidenza ("mio caro signore") oppure mā by‘arif allah wīn hāṭū, letteralmente "che non sa dove Dio l'ha messo", riferita a un individuo completamente privo di intelligenza. Nello stesso episodio, quando il califfo si finge un passante e parla in incognito con il barbiere, egli simula una parlata siriana usando frasi come šū ṣaer? ("cosa è successo?") o wušū ‘arrafak 'innah ḥimār? ("e come hai capito che lui è un somaro?"), che in arabo classico sarebbero rispettivamente māḏā ḥadaṯa? e kayfa fahimta ʼannahu ḥimārun?. L'utilizzo della lingua nella caratterizzazione dei personaggi non è solo un indicatore della loro provenienza geografica, ma è anche uno degli espedienti per suscitare l'ilarità del pubblico, alcune volte nei modi più ovvi, ma efficaci: in al-Ḫalīfa, ad esempio, il fatto che il boia Abū al-Qa‘qa‘ sia un sempliciotto è sottolineato da un pesante difetto di pronuncia, che rende ridicola qualsiasi sua battuta. [...]
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Un autoscatto satirico: ridere del terrorismo in Arabia Saudita
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Guarienti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere Moderne |
Corso: | Lingue e culture moderne |
Relatore: | Maurizio Bagatin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 59 |
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