Il ruolo della legge in Cina

Contemporaneamente al progresso economico, cresce anche l’esigenza di ricostituire le istituzioni nazionali che, nel “decennio di disordine” erano state messe da parte, se non addirittura sostanzialmente eliminate. Strumentale, quindi, alla crescita economica è creare un sistema in grado di proteggere il processo di modernizzazione, ponendo alla sua base regole ed istituti giuridici tali da rendere prevedibili, conoscibili ed imparziali, le decisioni di qualsiasi organo appartenente allo stato.
Già nel biennio 1978-1979, le principali istituzioni dello stato cominciano a funzionare nuovamente. I ministeri vengono ricostruiti, nelle università si riprende ad insegnare il diritto ed anche le aule di giustizia tornano a svolgere le proprie funzioni. Grazie alla rinascita degli studi giuridici, comincia a formarsi una nuova classe di giuristi che propongono una concezione del diritto15 che è notevolmente differente da quella degli anni passati e dove la legge non è più usata come strumento per la lotta di classe, ma diventa una regola generale ed uguale per qualsiasi membro della comunità.
L’obiettivo fondamentale diventa, quindi, quello di separare il potere politico, detenuto dal partito comunista cinese, da quello delle istituzioni dello stato, impedendo o comunque limitando notevolmente le ingerenze da parte del primo nei confronti del secondo.