La gestione della produzione vinicola. Il caso Cantine Due Palme
La green economy del vino
Quando si parla di green economy non ci si riferisce solo all’energia ma si includono una serie di accorgimenti e pratiche virtuose che fanno sì che la cosiddetta economia verde si concretizzi in più modi.
Il Consorzio Franciacorta, per citarne uno, si è dotato (ed è il primo in Italia) di un metodo di autocontrollo per il monitoraggio delle emissioni di gas serra e per fornire le necessarie indicazioni di produzione sostenibile. Il metodo, chiamato Ita.Ca, deriva da un precedente protocollo, l’International Wine Carbon Calculator, che è stato adattato alla realtà italiana e validato da due organizzazioni, SATA (che è italiana) e la Winemakers’ Federation of Australia.
Si tratta del primo calcolatore di emissioni specifico per la filiera vitivinicola tanto che il Ministero delle Politiche agricole ha chiesto che l’Italia (rappresentata da SATA) prenda parte alla commissione internazionale, il cui obiettivo è quello di definire un unico protocollo mondiale a cui uniformare i calcolatori nazionali, così come è già avvenuto in Italia con la creazione di Ita.ca.
Il Consorzio Franciacorta vuole, così, dimostrare come il controllo dei consumi energetici possa essere anche occasione di contenimento dei costi.
Assovini ha osservato come, già durante il 2010, il 67 per cento delle aziende vitivinicole a lei associate avesse adottato misure per il risparmio energetico e oltre una cantina su 5 si fosse dotata di impianti per la produzione di energia alternativa pulita. Nel rapporto si evinceva, inoltre, che il 30 per cento delle imprese vitivinicole aveva già una certificazione biologica o biodinamica e il 23 per cento aveva ristrutturato la propria cantina seguendo i principi di bioarchitettura e ancora, il 47 per cento stava realizzando sistemi per la riduzione dell’ impatto ambientale dei residui di produzione (tra le biomasse troviamo i raspi, le vinacce, ecc.).
Secondo la guida Vini buoni d’Italia, che assegna il premio eco-friendly ai vini verdi dell’anno, la sostenibilità è una scelta saggia. Come spiega Fabio Renzi “l’impegno ecologico in cantina è il valore aggiunto per un vino che diverrà sempre più competitivo sui mercati. Gli amanti del vino hanno un motivo in più nell’acquistare da cantine eco-solidali. Le economie più forti in questo momento guardano alla green economy: ricercano la qualità, si impegnano ad utilizzare meno fitofarmaci, guardano al risparmio idrico, ricercano metodi di produzione e un packaging sempre più eco-friendly. Questo percorso di sostenibilità è stato intrapreso anche da aziende già affermate e ciò conferma che i consumatori-cittadini sono attenti a queste tematiche volte al contrasto del cambiamento climatico.
La green economy non è un’ idea restrittiva di economia, anzi, richiede creatività”.
Anche Alfonso Pecoraro Scanio spiega come ci si è abituati, negli ultimi anni, al DOC che è diventato un attributo comune a tutti i prodotti a denominazione, segno di come questo ambito sia stato trainante. Vi è stata l’evoluzione che ha portato ai vini biologici e perfino alle viti spontanee della permacoltura. L’ex ministro suppone che sia in atto una terza rivoluzione industriale della produzione sostenibile.
Si è sviluppato il turismo enologico che, come sostiene Marco Gisotti, rappresenta una occasione di promozione turistica del territorio attraverso la creazione delle cosiddette strade dei vini. Ci sono aziende che si vantano di utilizzare il vetro perché è completamente riciclabile oppure i cartoni riciclati, si punta a dare una maggiore efficienza al trasporto e anche la stessa costruzione delle botti è diventata una professione verde. [...]
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La gestione della produzione vinicola. Il caso Cantine Due Palme
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Informazioni tesi
Autore: | Giorgia Pecoraro |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Gestione dei Servizi |
Relatore: | Fabrizio Baldassare |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 128 |
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