La crisi missilistica cubana nella valutazione de L'Unità

“L’Unità”, sin dall’inizio dello scoppio della crisi e durante tutti i tredici giorni, tratteggia una Cuba gloriosa, eroica, combattiva e vittima dell’imperialismo statunitense.
Nell’articolo Cuba in armi pronta a difendersi del 24 ottobre, il giornale presenta l’isola caraibica pronta a combattere strenuamente contro le misure vessatorie decretate dall’amministrazione Kennedy, ed esalta l’eroismo dei cubani: “La nazione – ha detto radio Havana dopo aver lungamente informato i cittadini sulle misure prese dagli americani contro Cuba – si è svegliata sul piede di guerra, pronta a respingere qualsiasi attacco. Le forze armate sono al loro posto, sostenute dagli eroici difensori della patria e della rivoluzione e dai membri del governo, tutti pronti a morire”.
In effetti, la risposta di Fidel Castro alla minaccia americana non era tardata ad arrivare. Il leader cubano, infatti, in un messaggio rivolto alla televisioni del 25 ottobre, era passato al contrattacco mobilitando la popolazione. “L’Unità” ne dà conto nell’articolo Castro: siamo in grado di resistere all’aggressione, pubblicato lo stesso 25 ottobre. Il giornalista, corrispondente da L’Havana, fornisce ai lettori una narrazione dei fatti che è partigiana e al tempo stesso incalzante: “Cuba vive ore di attesa drammatica, ma in una atmosfera di grande unità e di mobilitazione generale per far fronte non solo all’illegale atto di pirateria attuato dagli USA (così lo ha definito Fidel Castro), ma anche ad ogni tentativo di nuova invasione”.
Il corrispondente da Cuba delinea la mobilitazione generale decisa da Fidel Castro e, con l’usuale tono agiografico nei confronti di Cuba che si riscontra in tutti gli articoli, raffigura la nazione caraibica come coraggiosa. Prestandosi inoltre a fare il megafono, il giornale riporta le parole del leader: “L’azione americana, egli ha detto, è un inutile combattimento scatenato da un grande impero contro un piccolo paese. La situazione è diventata critica perché tutti i precedenti degli USA sono falliti e perché gli Stati Uniti non hanno potuto servirsi, contro di noi, della loro tattica dei colpi di stato e di interventi applicati in passato nell’America Latina”. Nell’articolo in questione Kennedy viene presentato come un vero e proprio “pirata”, e la sua decisione di attuare il blocco navale come un “insulto al diritto internazionale”.
In un altro pezzo, intitolato Il primo cablo arrivato dall’Havana del nostro inviato del 31 ottobre, dunque giorni dopo la risoluzione della controversia internazionale, viene tratteggiata la reazione di Cuba nei tredici giorni della crisi. Il giornalista mette in evidenza la tempra e l’ardore che il popolo cubano ha dimostrato e, per l’ennesima volta i toni apologetici nei confronti dell’isola caraibica si elevano di grado: “In tutta Cuba, lo stato di preallarme permane. Giorno e notte, tutti i cittadini – uomini e donne – sono mobilitati. Ma non bisogna immaginare un’atmosfera di angoscia. Anzi, le note dominanti sono la serenità e il buonumore”.