Presenze di Ludovico Ariosto nella narrativa di Italo Calvino
La genesi: dal Castello alla Taverna
Nel 1969 Italo Calvino ricevette l’incarico dall’editore Franco Maria Ricci di illustrare con un testo i tarocchi del mazzo visconteo diviso tra Bergamo e New York.
Lo scrittore accettò di buon grado l’incarico e ,sempre nello stesso anno , esce la prima edizione de Il castello dei destini incrociati.
Si tratta di un ‘edizione artistica molto pregevole, non destinata al normale circuito commerciale. Il libro riscuoterà,comunque, un notevole successo e di un forte interesse tra critici e lettori ,tanto da richiedere nel 1973 una seconda edizione, conforme ai criteri consueti di stampa della casa editrice Einaudi, in cui accanto al Castello dei destini incrociati, sostanzialmente invariato rispetto all’edizione Ricci, viene inserita una seconda sezione, “La taverna dei destini incrociati”.
Viene aggiunta, inoltre, una Nota introduttiva dell’autore che spiega e ricostruisce la genesi del testo, collocando il punto di partenza nel luglio 1968, quando una relazione di Paolo Fabbri,Il racconto della cartomanzia e il linguaggio degli emblemi,suscitò in Calvino l’idea di “adoperare i tarocchi come una macchina combinatoria”.
Nella Nota Calvino spiega come le due parti del racconto, Il castello e La taverna, abbiano avuto una genesi molto diversa.
La prima parte,infatti, fu scritta di getto nel giro di una settimana,utilizzando la doppia ispirazione dei tarocchi viscontei e dell’Orlando Furioso. [...]
La seconda parte, invece, La Taverna, richiederà all’autore una gestazione più lunga. Il lavoro sui tarocchi marsigliesi impegnerà Calvino per cinque anni, da quando, cioè, nel 1969, per la prima volta aveva cercato di costruire una cornice con i tarocchi entro la quale inserire i vari racconti.
Compito non facile quello di lavorare con i tarocchi marsigliesi, che si rivelerà essere per Calvino un vero e proprio rompicapo, sul quale l’autore tornerà più e più volte con centinaia di schemi.
La Taverna rimarrà quasi una sorta di spina nel fianco dell’autore di cui Calvino cerca , con la pubblicazione del testo, di liberarsi. [...]
Da ricordare , inoltre, che nelle intenzioni iniziali di Calvino vi era anche quella di aggiungere una terza parte alle precedenti, lavorando su quello che egli considerava “l’equivalente contemporaneo dei tarocchi come rappresentazione dell’inconscio collettivo”: ovvero i fumetti.
Il progetto consisteva nel creare le storie, attraverso l’incrocio in diagonale e in verticale delle strip dei fumetti, e inserirle in una cornice analoga a quella del Castello, dando vita ,questa volta, a Il Motel dei destini incrociati.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Presenze di Ludovico Ariosto nella narrativa di Italo Calvino
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Informazioni tesi
Autore: | Cinzia Cupersito |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filologia moderna |
Relatore: | Emma Grimaldi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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