Clausola penale e caparra confirmatoria nei contratti con i consumatori

Una delle (tante) altre funzioni della caparra confirmatoria è quella di anticipo della prestazione della parte che consegna la caparra. Così statuisce il primo comma dell'art. 1385 c.c.: «Se al momento della conclusione del contratto una parte dà all'altra, a titolo di caparra, una somma di danaro o una quantità di altre cose fungibili, la caparra, in caso di adempimento, deve essere restituita o imputata alla prestazione dovuta». Logicamente, tale funzione può essere esperita soltanto nel caso in cui l'obbligazione viene adempiuta, altrimenti la caparra produrrà eventualmente gli altri effetti che tipicamente la contraddistinguono.

La norma a ben vedere prevede due ipotesi: la restituzione e l'imputazione della caparra. Statuendo che, in caso di adempimento, la caparra «deve essere restituita o imputata», crea però inevitabilmente qualche perplessità.
Infatti, stando alla formulazione letterale della disposizione di legge, si desume che la caparra deve essere o restituita al tradens o imputata alla prestazione, ma non si dice nulla nè su quale delle due operazioni debba essere privilegiata, nè su quale sia il criterio discretivo in base al quale decidere se restituire oppure imputare. Al riguardo, le possibili interpretazioni sono sostanzialmente due: si può operare una lettura per così dire improntata sulla restituzione, ed allora ritenere che, di regola, in caso di adempimento l'accipiens debba restituire la caparra al tradens; restituzione che potrebbe però essere evitata se le parti fossero d'accordo a compensare la caparra stessa con il credito vantato dall'accipiens e derivante dalla prestazione contrattuale.

Oppure, al contrario, si potrebbe adottare un'interpretazione orientata all'imputazione. In tal caso si dovrebbe ritenere che, in caso di adempimento, il normale epilogo sia l'imputazione della caparra alla prestazione contrattuale; la restituzione troverebbe viceversa spazio soltanto laddove caparra e oggetto della prestazione fossero disomogenei. L'ipotesi "normale" dovrebbe cioè consistere nella imputazione della caparra alla prestazione dell'accipiens. Ciò, per taluno, troverebbe altresì fondamento nel fatto che l'art. 1385 c.c. non parla di compensazione tra i due crediti, ma bensì si esprime in termini di imputazione, che è cosa ben diversa (se non altro dal punto di vista giuridico).