Il conflitto di attribuzioni tra il Capo dello Stato e il Ministro della giustizia intorno al potere di grazia
La funzione del Presidente
Si deve constatare che, nel riassetto della forma di governo, il Costituente non abbia ritenuto di far a meno dell’organo presidenziale; al contrario ha mantenuto il Capo dello Stato, plasmato nella figura nuova di un Presidente della Repubblica, e l’abbia voluto, quale rappresentante dell’unità nazionale, necessariamente inserito in tutti i procedimenti costituzionali in cui si esprime la volontà sovrana dello Stato.
Ciò non vuol dire però che al Presidente della Repubblica debba essere riconosciuta una posizione meramente rappresentativa e simbolica dell’unità dello Stato e che egli sia privo di poteri politici. È da escludere, infatti, che il Presidente della Repubblica sia stato configurato dal Costituente come un organo rivestito solo di funzioni simbolico-rappresentative, una sorta di «re travicello». La nuova prospettiva dell’organo, come configurata dai Padri fondatori, deve invece giustificarsi in funzione di un ruolo assegnatogli come tipicamente proprio, un ruolo autonomo e distinto da quello degli altri poteri, che sia giuridicamente significativo e concretamente percepibile.
Ruini, riassunse l’orientamento dei colleghi per quanto riguarda la massima magistratura dello Stato, affermando che nel progetto della Costituente, il Presidente della Repubblica non risultava essere un personaggio evanescente, come una semplice decorazione, creato per presenziare cerimonie come si era fatto in altre costituzioni. Inoltre Ruini tenne a precisare che: “Mentre il Primo Ministro è il capo della maggioranza e dell’esecutivo, il Presidente della Repubblica ha funzioni diverse, che si prestano meno ad una definizione giuridica di poteri. Egli rappresenta ed impersona l’unità e la continuità nazionale, la forza permanente dello Stato, al di sopra delle mutevoli maggioranze. È il grande consigliere, il magistrato di persuasione e di influenza, il coordinatore di attività, il capo spirituale, più ancora che temporale della Repubblica. Ma perché possa adempiere a queste essenziali funzioni deve avere consistenza e solidità di posizione nel sistema costituzionale”.
Il senso di queste parole è direttamente rintracciabile nell’art. 87 Cost. che riconosce al Presidente della Repubblica il ruolo di rappresentante dell’unità nazionale. Egli impersona, invero, l’unità dello Stato, la sua stabilità e continuità, è l’organo che ne manifesta la volontà unitaria sia all’interno che all’esterno, come rappresentante dell’unità nazionale egli personifica e rende presente la Comunità nazionale nella sua interezza ed unitarietà e ne tutela gli interessi.
È proprio siffatta posizione ciò che qualifica il ruolo del Presidente della Repubblica e non una pretesa preminenza di funzioni. Infatti, nell’ordinamento costituzionale italiano, è al circuito Parlamento-Governo che spettano le funzioni più rilevanti sul piano politico istituzionale; mentre dal punto di vista giuridico-formale, va propriamente esclusa l’eventualità di una classificazione gerarchica delle funzioni che sono ripartite tra i diversi organi costituzionali, cosicché non può individuarsi un rapporto di preminenza tra di esse. Tuttavia questa «esclusione di una gerarchia tra le funzioni non significa che un organo non possa essere considerato preminente in ragione della posizione assicuratagli», e tale è appunto, come si è visto, il Presidente della Repubblica.
Le funzioni del Presidente della Repubblica sono strettamente connesse e vanno interpretate con quel ruolo cui poco sopra si è fatto cenno e che la Carta costituzionale gli attribuisce in qualità di rappresentante dell’unità nazionale. È un ruolo attivo e di garanzia che il Presidente fa valere grazie alla sua posizione super partes rispetto alle forze politiche, in totale indipendenza dal rapporto dialettico parlamentare che si instaura tra maggioranza ed opposizione. Si può ben dire che questa sia divenuta nell’esperienza giuridica costituzionale, l’interpretazione dominante del ruolo e della figura del Presidente della Repubblica come garante della Costituzione e dell’unità e continuità dell’ordinamento; è questa la configurazione garantistica dell’organo presidenziale.
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Il conflitto di attribuzioni tra il Capo dello Stato e il Ministro della giustizia intorno al potere di grazia
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Informazioni tesi
Autore: | Christian Vecchio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Reggio Calabria |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Alessio Rauti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 225 |
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