Carlo Mollino - concettuali bellezze
La fotografia di Carlo Mollino: fra realismo e sensualità
Analizzando l'opera di Man Ray e Alvarez Bravo, il primo legato al Surrealismo, il secondo alla "fotografia pura", Mollino osserva come entrambi esprimano, seppure con linguaggi differenti, l'unità del loro mondo interiore.
Di qui perviene alla conclusione che il fine dell'opera è l'espressione, e l'unico giudizio valido è quello che fa riferimento esclusivamente alla categoria dell'arte. Mollino condivide la fondamentale tesi crociana secondo cui nell'arte il momento dell'espressione coincide con quello intuitivo.
Riflettendo sulle interconnessioni fra le espressioni della fotografia e quelle della letteratura e della pittura, è convinto che l'immagine fotografica sia alla stessa stregua di qualsiasi altra immagine, sia essa visiva, sonora o verbale. Nega inoltre la pretesa denotazione dell'immagine, che considera semplicemente come figlia del gusto di una determinata epoca e delle pulsioni interne del suo autore. Nella poetica di Mollino entrano le inquietudini dell'Io e della sua irrimediabile "differenza" rispetto ai comportamenti dell'Io cosciente: la fotografia si apre alla molteplicità delle prospettive e dei punti di vista individuali.
Del resto Mollino, parlando di fotografia, esprime spesso il conflittuale sdoppiamento fra realtà e immagine, la lacerante tensione tra fantasia rappresentatrice e fantasia trasfiguratrice. Pensiamo alle fotografie di gemelli siamesi, che non sono altro che una metafora dell'immagine fotografica, intesa non come specchio della realtà, ma piuttosto come un'illusione di specularità.
I gemelli siamesi sono costretti a vivere insieme e sembrano uguali, ma non lo sono, i loro particolari non sono affatto identici. In questo senso la fotografia ha solo l'apparenza del documento realistico e oggettivo. "Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. (…). Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto" sono le sue parole.
Mollino interviene sulle immagini, eppure la finitura di vernice lucida riflettente che forma una pellicola omogenea, conferisce alle fotografie un aspetto assolutamente compatto e unitario. La fotografia dunque è suscettibile di essere modificata, rimpaginata, manipolata chimicamente, perfino alleggerita nella densità del colore attraverso micrograffiature, per conseguire i propri fini espressivi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Carlo Mollino - concettuali bellezze
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Informazioni tesi
Autore: | Sergio Maria Capilupi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | decorazione |
Corso: | decorazione |
Relatore: | Roberto Bossaglia |
Coautore: | Giovanna Musilli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 47 |
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