La Quinta Repubblica francese tra tradizione e innovazione
La forma di governo semi-presidenziale
Il modello della forma di governo semi-presidenziale è indissolubilmente legato al suo "prototipo", e cioè alla Quinta Repubblica francese. Come è noto, il concetto di governo semi-presidenziale è stato teorizzato da Maurice Duverger sulla base dell'esperienza istituzionale d'oltralpe, successiva al 1962. La definizione, insieme agli arricchimenti apportati dalla dottrina, designa il modello rappresentativo del fenomeno. Con l'espressione "governo semipresidenziale", si intende far riferimento a quella forma di governo, caratterizzata sul piano strutturale da alcuni requisiti giuridico-formali: 1) un Presidente della Repubblica eletto a suffragio universale e dotato di ampi poteri propri; 2) un Primo ministro e un governo responsabili davanti al Parlamento. E' agevole com.prendere come si mescolano elementi tipici delle forme di governo presidenziali e parlamentari: l'elezione diretta del Capo dello Stato da un lato e il rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento e lo scioglimento delle Camere dall'altro. Nella forma di governo semi-presidenziale i due fattori non si limitano a coesistere, ma interagiscono e si combinano, a seconda delle condizioni, dando sostanza una forma di governo che non può essere ricondotta a qualche sche.ma tradizionale presidenziale o parlamentare di alcun tipo. Duverger mette in evidenza come nel modello semi-presidenziale l'unicità della volontà popolare si esprime in due passaggi elettorali: quello legislativo e quello presidenziale. Questo carattere dualistico, rispetto al "monismo" presidenziale, spiega il ricorso da parte di Duverger del termine semipresidenzialismo e non semiparlamentarismo.
La somiglianza con la forma di governo presidenziale tipo americana, non deve distogliere l'attenzione dalle differenze notevoli del modello francese. Per Giovanni Sartori è importante comprendere come nei sistemi presidenziali il Presidente è protetto dalle interferenze parlamentari, in applicazione di un principio della divisione dei poteri. Nel sistema semi-presidenziale, si governa sulla base di un potere condiviso: il Presidente deve condividere il potere con un Primo ministro e questi a sua volta, deve poter contare sul sostegno di una maggioranza parlamentare stabile. Sartori come Duverger spiega il suo punto di vista con il ricorso al concetto di "dualità". Egli considera il governo semi-presidenziale come una struttura a "due teste", bicefala, dove si assiste ad una sorta di diarchia fra Presidente e Primo ministro. Infatti, la struttura dualistica del potere esecutivo, è la logica conseguenza della stessa previsione, accanto a un Presidente eletto dal popolo e con poteri rilevanti, di un governo e un primo ministro responsabili verso il parlamento. Dopo aver rilevato ed evidenziato il carattere "duale", occorre verificare se il dualismo in questione tra i vertici del potere politico sia basato su un rapporto paritario oppure gerarchico. Qual è la dinamica effettiva al vertice della struttura di governo semi-presidenziale? Occorre fare alcune considerazioni politiche e giuridiche, partendo dall'analisi dell'esperienza francese che rappresenta un prototipo. Lo spostamento del centro dell'esercizio del potere politico, ora verso il Presidente ora verso il Primo ministro, hanno spinto diversi autori che hanno osservato le vicende della V Repubblica, a definire in modo variabile questa particolare forma di governo, a partire dagli elementi che emergono dal semplice schema giuridico. Prima di tutto, oltre al già accennato carattere "duale", la struttura semi-presidenziale non presenta ulteriori criteri giuridico formali di identificazione. Uno di essi, l'elezione diretta a suffragio universale del Presidente della Repubblica – sembrerebbe non essere condizione essenziale. Lo stesso Duverger, dopo averla indicata quale carattere primario, nel medesimo studio ammette che essa non appare determinante perché la struttura dei partiti prevarrebbe sul meccanismo adattato per la scelta del Capo dello Stato nel definire il ruolo che a questi spetta concretamente. Molti studiosi hanno posto l'attenzione sul profilo composito della Carta costituzionale: Avril ha usato la definizione di "regime misto" per porre in risalto "la natura ibrida di un regime che mescola aspetti parlamentari e aspetti presidenziali". Sulla stessa lunghezza d'onda Hariou definiva la quinta Repubblica mezza parlamentare e mezza presidenziale. Moulin, pur ammettendo la collocazione in una categoria intermedia i sistemi che affiancano un Capo dello Stato di tipo presidenziale alla responsabilità ministeriale ed al potere di scioglimento dell'Assemblea, ritiene che tali sistemi non siano riconducibili né allo schema parlamentare, né a quello presidenziale. Nella teoria, la separazione rigida dei poteri tipi del regime presidenziale e la separazione del modello parlamentare, non sono sovrapponibili a causa della particolare relazione fra esecutivo e legislativo che qui si realizza.Stante questa inconciliabilità, le forme di governo come quella della Francia non sono da considerarsi come parlamentari e presidenziali, ma andrebbero inserite in una categoria a parte.
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La Quinta Repubblica francese tra tradizione e innovazione
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Informazioni tesi
Autore: | Vincenzo Bovino |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2013-14 |
Università: | UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Cristina Gazzetta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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