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La comunità dei sikh nella Bassa Bresciana. Espressioni di fede religiosa in provincia di Brescia

La festa di Baisakhi a Brescia

E’ la festa sikh più importante ed è festeggiata il primo giorno dell’omonimo mese che cade in corrispondenza del plenilunio tra aprile e maggio. Corrisponde al primo giorno dell’anno secondo il calendario sikh istituito da Guru Amar Das ed è la festa del raccolto.
Gobind Singh nel 1699 fondò l’ordine del khalsa proprio in questa data, di modo che oggi viene intesa principalmente come festa del khalsa e della sua istituzione.
A Brescia i festeggiamenti si svolgono puntualmente dal 2003, in genere il sabato successivo al plenilunio di aprile, e sono organizzati da parte dell’associazione a cui appartiene il gurdwara di Flero. Vi partecipano migliaia di sikh stanziati sulla provincia bresciana e numerosi altri provenienti dalle province limitrofe: il numero dei partecipanti è talmente massiccio che gli occasionali spettatori italiani appaiono più come sparuti turisti in terra panjabi che come cittadini bresciani autoctoni. I giornali locali riportano cifre intorno alle 5-6.000 presenze, addirittura 15.000 per i festeggiamenti avvenuti nel 2011. Basta assistere personalmente all’enorme corteo per credere a questi numeri. Nonostante il dispiegamento di pattuglie di polizia stradale e locale sugli incroci del percorso, che tentano di agevolare lo scorrimento del traffico cittadino, i veicoli rimangono quasi paralizzati per le strade fino al termine del corteo, troppo imponente per permettere una vera risoluzione all’inevitabile ingorgo. Gli unici a protestare contro la festa sono di fatto gli automobilisti, chi è a piedi in genere ne viene coinvolto volentieri.
La festa ha inizio con l’assembramento nel piazzale del centro commerciale “Freccia Rossa” in via Corsica intersezione via Lamarmora, nella primissima periferia sud della città. Da qui, alle due del pomeriggio circa, si diparte il lungo corteo che, snodandosi per un percorso di circa 3 chilometri lungo il lato ovest del capoluogo, raggiunge il piazzale “Iveco” di via Volturno verso le ore diciotto. Viene portato in processione il Guru Granth Sahib. La sua eminente presenza fa sì che tutti coloro che prendono parte alla processione siano a piedi scalzi e a capo coperto, regola seguita anche da molti di coloro che assistono semplicemente. I partecipanti si coprono la testa sfoggiando turbanti dalle forme e dai colori più disparati, anche se i più giovani, che in genere portano i capelli tagliati corti, preferiscono un fazzoletto legato dietro la nuca. Le donne coprono la testa con la dupatta dell’abito, le bambine e i bambini più piccoli portano un piccolo turbante che raccoglie i capelli in una crocchia appena sopra la fronte.
Una o due auto parate a festa con ghirlande di fiori colorati applicati alla carrozzeria trasportano le autorità sikh invitate (il presidente dell’associazione, i granthi, gli esponenti sikh europei e indiani invitati per l’occasione) e con largo anticipo annunciano con il loro passaggio l’imminente arrivo del Guru Granth. Lungo tutto il percorso i fedeli aspettano pazienti accampandosi sui marciapiedi e sulle aiole, camminano lungo il tragitto a gruppetti, mangiando il cibo offerto dalle bancarelle itineranti improvvisate che offrono a tutti i presenti bibite e cibi indiani.
Aprono il corteo un gruppo di donne, ma a volte anche uomini, che spazzano la strada con le scope camminando a ritroso. Segue una spazzatrice dei servizi municipalizzati comunali noleggiata all’uopo con conducente. La strada pulita consente così il passaggio del Guru Granth Sahib, trasportato sopra il cassone di un autocarro parato a festa con ghirlande di fiori e festoni colorati. Il sacro trasporto è scortato da due schiere di cinque sikh ciascuna, entrambe in linea orizzontale: la prima fila indossa la divisa arancione e ognuno trasporta il vessillo dello stesso colore con il simbolo del khanda. Segue la fila dei pañch piarè, i Cinque Amati che per primi accettarono di donare la propria vita al khalsa costituito. Portano dritto davanti a sè il khanda, la tipica spada ricurva, e difendono il Guru Granth e l’intero ordine sikh.
Giunge quindi il clou dell’intera parata, ovvero il Guru Granth Sahib, adagiato sopra un supporto, coperto da drappi sontuosi, circondato da fiori e sormontato da un baldacchino riccamente addobbato. Sul carro, insieme al Guru Granth, viaggiano altri cinque pañch piarè vestiti di bianco che donano ai presenti mandorle e zucchero in grossi grani quadrati, a simboleggiare l’amrit. I fedeli si accalcano contro il carro dove viaggia il Guru Granth, appoggiano la fronte al cassone per rendere omaggio al Guru Granth, vi gettano offerte in denaro, toccano i piedi dei saggi per riceverne benedizione. Dopo aver ricevuto le mandorle e lo zucchero tra le mani giunte, ne dividono con gli altri presenti che non sono riusciti ad avvicinarsi. Un servizio d’ordine di volontari forma un cordolo intorno al veicolo per proteggere la calca dallo schiacciamento delle ruote.
La lunga scia di fedeli lungo il percorso si ingrandisce sempre di più. In mezzo ad essa viaggiano vetture e furgoni che, con funzione di langar “itinerante”, distribuiscono gratuitamente ai presenti cibi e bibite: piatti di riso, lenticchie, ceci, pani tipici, dolci, ma anche gelato sfuso in bicchierini di carta, lattine di bibite, succhi di frutta, bottigliette d’acqua. Come in un qualsiasi altro langar, tutti sono invitati a condividere il cibo offerto gratuitamente in segno di fratellanza, senza distinzione alcuna. Vengono distribuiti anche opuscoli e pubblicazioni in lingua italiana che parlano del Sikhismo. Qualche imprenditore sikh ne approfitta per distribuire volantini che pubblicizzano la propria attività: muratori, imbianchini, corrieri, agenzie di distribuzione pubblicità, gestori di kebab, di piccoli market di prodotti indiani, addirittura di pizzerie.
L’intera processione viene anche denominata Nagar Kirtan, ovvero “kirtan per le strade”, infatti un carro trasporta il coro che intona i canti sacri contenuti nell’Adi Granth accompagnato da tamburi e strumenti tipici suonati dal vivo. Lungo tutto il percorso di tanto in tanto qualcuno, seguito dai presenti, grida con enfasi il motto sikh “Raj Karega khalsa!” (Il khalsa governerà), come usava inneggiare Guru Gobind Singh agli amritdhari per fronteggiare l’offesa musulmana. L’intera folla risponde in coro. Anche il diffuso saluto “Sat Sri Akal!” che in genere ci si rivolge tra conoscenti quando ci si incontra, viene continuamente urlato a squarciagola, oltre ad altri motti sikh.
Verso il tardo pomeriggio l’intera processione giunge al capolinea presso l’enorme parcheggio dell’“Iveco” di via Volturno: per il giorno di Baisakhi è interdetta la sosta alle auto sopra un’area di circa 3000 metri quadrati, sulla quale si riverseranno tutti i partecipanti ai festeggiamenti. Lungo il perimetro sono disposte decine di furgoni e di banchi che distribuiscono in contenitori usa e getta quintali ed ettolitri di bevande e bibite di ogni genere, anche se imperano riso, ceci e lenticchie. La distribuzione di alimenti e bevande è avvenuta anche lungo l’intero itinerario sia con bancarelle di fortuna improvvisate qua e là nell’attesa dell’arrivo del corteo, sia tramite furgoni al seguito della parata. Sull’asfalto della strada e dei marciapiedi non è stata abbandonata nemmeno una cartaccia: appositi volontari con pettorina gialla fluorescente, armati di sacchi neri per l’immondizia, hanno provveduto a raccogliere gli scarti per gettarli in un camion apposito.
Il carro che trasporta il Guru Granth si ferma vicino al lato est dell’enorme parcheggio, centinaia di fedeli si siedono per terra davanti ad esso. Parlano le autorità sikh e i saggi in lingua panjabi, quindi vengono intonati e suonati alcuni canti religiosi. Intanto in qualche angolo del piazzale un gruppo di akali nihang, in divisa blu e gialla e lungo turbante alto sopra la testa, si esibisce nella gatka, la tipica arte marziale panjabi che usa il bastone o il khanda. Per tutto il tempo continua la distribuzione di cibo e bevande ai presenti. Verso le diciotto e mezzo i presenti iniziano ad alzare il capo al cielo in attesa del termine dei festeggiamenti che giunge in elicottero. Il velivolo volteggia su piazzale Volturno e lancia sulla folla una pioggia di petali di rosa.
L’immane spesa economica dell’intera organizzazione è a carico dell’associazione del gurdwara di Flero e dell’opera gratuita degli innumerevoli volontari che hanno operato fornendo materiali, manodopera e donazioni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La comunità dei sikh nella Bassa Bresciana. Espressioni di fede religiosa in provincia di Brescia

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Informazioni tesi

  Autore: Simona Locatelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Antonio Rigopoulos
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 60

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