Le condizioni di vita degli italiani a Chicago alla fine dell'Ottocento
La famiglia degli emigranti
Dato che quasi il 35% del campione ha meno di 10 anni, non dovrebbe stupire che poco più della metà della popolazione risulti essere single. Questa stessa percentuale si riduce drasticamente al 30% se consideriamo solo i madrelingua italiani. Volendo escludere i bambini di nazionalità italiana con età inferiore ai 14 anni, la percentuale di single tra gli emigranti cala al 24%. I curatori dell'indagine non mancano di notare che non sono presenti casi di divorzio, approvato non molto tempo prima nello Stato dell’Illinois (Illinois Divorce Act, 1874). Nel 1918, a New York, tre quarti degli uomini italiani e tutte le donne italiane si sposano con i propri connazionali (Gabaccia 2000); tra la seconda generazione invece sono più numerosi i matrimoni misti, con donne dei gruppi immigrati cattolici giunti più di recente (irlandesi, polacchi), mentre restano rari i matrimoni con il “vecchio ceppo” degli americani del luogo (Gabaccia 2000).
Questo è quanto accade anche nel nostro campione: solo lo 0,8% delle famiglie è frutto di un'unione tra un uomo di origine italiana e una donna straniera, proveniente dal Vecchio Continente (Germania, Irlanda e Francia); in un solo caso, su queste undici famiglie, la donna è un'americana di più antico insediamento, poiché anche i suoi genitori sono nati negli Stati Uniti (nulla si può ovviamente supporre sulla fede religiosa).
La sproporzione tra la migrazione femminile e quella maschile è tale che le donne italiane sposate, presenti nel campione, sono del 10% in meno rispetto ai loro connazionali sposati: circa 500 uomini dunque hanno lasciato la famiglia in Italia, un fenomeno tipico dell’emigrazione nostrana, che secondo Gabaccia (2000) potrebbe aiutare a spiegare l’alto tasso di rimpatri. Nel nostro campione, le “vedove bianche”, come vengono chiamate le mogli degli emigranti rimaste al paese, non sono molte: i mariti senza famiglia rappresentano meno del 30% degli uomini sposati. Volendo considerare le famiglie cooperative, composte da un certo numero di persone, generalmente uomini, che vivono insieme e dividono le spese9, in tutto settanta all’interno del nostro campione, la proporzione tra uomini sposati e single si rileva bilanciata: 55% contro 44%.
Sono molto pochi, però, gli uomini e le donne che vivono completamente da soli (prevalentemente del Sud – Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia), quasi tutti sposati o vedovi. Si direbbe dunque, sulla base anche di quanto abbiamo detto sui movimenti dei nuclei familiari e la non marginale natalità del campione, che la città di Chicago fornisse abbastanza incentivi economici all’insediamento, perlomeno temporaneo, nel Paese ospite.
Il quadro generale di questi nuclei familiari corrisponde ad un’immagine tipica della famiglia mezzadrile italiana. Aggregati domestici composti da più generazioni conviventi sotto lo stesso tetto, elevata dimensione familiare e una forte differenza d’età tra i coniugi, sono tutte caratteristiche ben descritte da Manoukian e Golini (1998): elementi tradizionali ma basati anche su una funzione economica, come nel caso della dimensione familiare, la cui ampiezza permette l’attuazione di economie di scala (Brandolini e Vecchi 2011). Quest'ultima può spiegare ad esempio la presenza, apparsa ai curatori dell’indagine così curiosa, delle famiglie cooperative. Nel campione il numero medio di componenti per famiglia è di 5,2 persone, addirittura superiore all’ampiezza media della famiglia rurale registrata in Italia nel 1881 (4,5): un disallineamento dovuto, ma solo in parte, alla presenza di pensionanti (boarders) e affittuari (lodgers).
Il 12% delle famiglie presenti nel campione, infatti, tiene qualcuno in affitto o a pensione; sono generalmente parenti, amici o compaesani che, in cambio di un modesto compenso, ricevono i pasti, un letto e della biancheria pulita. Il pagamento dei pensionanti rappresenta un piccolo apporto al reddito familiare, a mala pena un terzo di quanto le donne avrebbero potuto guadagnare fuori casa; ciononostante, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, circa un terzo della famiglia italiane residenti a New York hanno tenuto qualcuno a pensione almeno una volta (Gabaccia 2000).
Come si può vedere dai dati riportati nella tabella 2, il 40% delle famiglie è composto da 4 o 5 persone. Nuclei familiari con più di 7 componenti sono relativamente rari; anche coloro che abitano da soli sono pochi, come si è detto anche prima, un dato che può essere spiegato da numerosi fattori: l'economicità dell'ampiezza della dimensione familiare (molto più numerosi sono infatti i “bordanti” e gli affittuari), oppure l'insufficienza del reddito medio per vivere in maniera indipendente, o anche la necessità di risparmiare per le rimesse.
L’età media delle donne sposate è inferiore a quella degli uomini sposati (34 anni contro 38), e questa differenza resta anche tra i single: 22 anni per gli uomini, 16 per le donne. Secondo il censimento del Regno Unitario del 1881, la maggioranza dei maschi sposati ha tra i 24 e i 29 anni, la maggioranza delle donne sposate invece, tra i 21 e i 24 (Istat 1972): l'età degli emigranti sposati, presenti nel campione, è dunque di molto superiore alla media nazionale. Grazie alla composizione prevalentemente giovanile del campione (solo l’1% ha 64 anni o più), la percentuale di uomini e donne rimasti vedovi è molto piccola. D'altra parte, poiché ancora nel XIX secolo non sussiste una differenza sostanziale di aspettativa di vita tra uomini e donne (Brandolini e Vecchi 2011), la differenza d’età tra i coniugi basta per far registrare alla percentuale di vedovi un severo sbilanciamento verso la componente femminile: quasi il 4% delle donne, contro l’1% degli uomini.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Le condizioni di vita degli italiani a Chicago alla fine dell'Ottocento
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Informazioni tesi
Autore: | Elisabetta Badolisani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari |
Relatore: | Giovanni Vecchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 56 |
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