Crespi d'Adda. Il villaggio operaio come dispositivo disciplinare (1878-1920)
La fabbrica
Crespi d’Adda dipende nella sua evoluzione storica e sociale dalla presenza al suo interno del cotonificio. E’ la nascita dell’opificio, negli anni 1877-78, a portare alla costruzione dei primi palazzotti e a sancire il futuro sorgere del villaggio industriale. Nei primi anni di attività possiamo evidenziare due punti in particolare: il primo riguarda l’attività di Cristoforo Benigno Crespi, il quale continua, anche dopo la fondazione del suo stabilimento personale, a tentare altre attività imprenditoriali oltre allo stabilimento di Canonica.
Ciò fa quindi pensare che il fondatore del villaggio operaio non avesse in principio l’idea di costruire un villaggio operaio, anche se già in quell’epoca erano molte le iniziative e gli esempi cui riferirsi. Secondo, non possiamo fare a meno di notare il successo straordinario che l’attività produttiva ha già a partire dagli anni ottanta del XIX secolo.
All’apertura della fabbrica, nello stabilimento erano stati disposti 5000 fusi, nel 1880 il loro numero era già raddoppiato (e non furono necessarie modifiche all’opificio, che era progettato “a crescere”), nel 1881 erano 15000 e nel 1884 già 20000.
Fra il 1890 e il 1900 aprono nuovi reparti e vengono ampliati i precedenti: si assiste quindi ad una integrazione orizzontale e verticale dell’azienda, che ben presto viene a caratterizzarsi per il suo filato di alta qualità e la sua propensione all’esportazione (cui è destinato talvolta anche il 50% della produzione). Vengono prodotti sia filati, sia filati tinti che tessuti: il continente americano è il principale fornitore di materie prime e, allo stesso tempo, il principale sbocco commerciale dei prodotti finiti (ecco perché la crisi del ’29 sarà un colpo particolarmente duro per i Crespi). Gli ultimi ampliamenti della fabbrica risalgono agli anni 1919-1925; qui, abbastanza inspiegabilmente, Silvio Benigno opta per il raddoppio di alcuni reparti (nel 1928 nella fabbrica ci sono 80000 fusi di filatura e 3600 operai, di cui un migliaio residenti nel villaggio) e per molte spese non redditizie. Oltre alle già citate villette, che costituiscono l’ampliamento residenziale del villaggio, si dà alla costruzione delle cosiddette palazzine direzionali della fabbrica, curate sempre dal Pirovano, che ospitano uffici e spogliatoi, di una bellezza e monumentalità sproporzionata rispetto alla loro funzione.
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Crespi d'Adda. Il villaggio operaio come dispositivo disciplinare (1878-1920)
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Informazioni tesi
Autore: | Fabrizio Costantini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze storiche |
Relatore: | Germano Maifreda |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 67 |
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