Verso la costruzione di una vecchiaia vitale: l’esempio del modello femminile

Riguardo alle differenze di genere nella modalità di rispondere all’ambiente (che possono indirettamente incidere sulla longevità), nei primi testi di psicologia differenziale le diversità accertate interessavano invece le abilità verbali, spaziali e numeriche: mentre nelle prime le femmine risultavano superiori ai maschi, nelle altre due si verificava il contrario. Con l’avvento delle neuroscienze, molti scienziati tentarono di spiegare le supposte carenze intellettuali delle donne e la loro debolezza emotiva riconducendole alle dimensioni del cervello. Solo in seguito si considerò che le maggiori dimensioni del cervello maschile sono controbilanciate dall’altezza e dal peso, anch’essi maggiori. (Fonzi, 2005)
Una sintesi delle differenze di genere apparve nel 1974 a cura di Maccoby e Jacklin, che rilevarono come le uniche differenze riscontrate riguardino l’aggressività, le abilità matematiche e spaziali come caratteristiche maggiori nei maschi, e le abilità verbali maggiori nelle femmine. Le ricerche degli anni Settanta e Ottanta hanno confermato le differenze nell’aggressività fisica, limitato le differenze spaziali ai compiti di rotazione e annullato quelle sull’abilità verbale. “Sono state invece messe in luce altre differenze significative: grado di influenzabilità sociale, sviluppo della personalità, espressività del comportamento non verbale, stile democratico di leadership, adeguatezza delle strategie di padroneggiare le situazioni negative, tutte a favore delle femmine.”. (Fonzi, 2005, p. 12)
Le donne sembrano quindi avere più attitudine alla relazione (fosse anche solo come conseguenza culturale): ed è proprio la capacità di intessere questi legami che porta ad un migliore rapporto con se stesse e con la propria età.