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La teoria della localizzazione e gli investimenti diretti esteri in Italia

La distribuzione territoriale delle partecipazioni estere

All’interno dell’Unione Europea, quindi, l’Italia è uno dei Paesi che menobeneficiano dell’afflusso di IDE dall’estero. Tale fatto, porta anche una situazione di alta disomogeneità dell’attrattività delle singole regioni. [...] Le regioni del Nord-Ovest attraggono il 63,5% (4.539 imprese) del totale nazionale delle partecipazioni estere, con il contributo significativo della Lombardia che con il 52,5% (3.752 imprese) ospita da sola oltre la metà delle imprese a partecipazione estera. La provincia di Milano vale il 41,5% del
totale nazionale, ma la sua incidenza raggiunge il 50,3% nel commercio all’ingrosso, il 63,2% nei servizi di informatica e telecomunicazioni e il 59,9% negli altri servizi professionali. Questo potrebbe essere dovuto dalla posizione
geografica, visto che la Lombardia si trova più vicina al mercato Europeo rispetto a zone più meridionali. Seguendo la teoria di Weber (cfr capitolo primo) orientata ad una logica di minimizzazione dei costi di trasporto, le imprese tenderanno a localizzarsi in modo da ridurre i costi di trasporto delle materie prime e prodotti finiti. Di sicura importanza sono, inoltre, i vantaggi
localizzativi che scaturiscono da una localizzazione concentrata. Hoover (cfr capitolo primo), infatti, afferma l’importanza degli spillover di informazioni e la possibilità di condividere le conoscenze sui nuovi prodotti, nuove tecnologie. L’agglomerazione offre un vantaggio informativo alle imprese, ma anche la possibilità di sfruttare servizi e infrastrutture specializzate utilizzabili
da tutte le imprese e utili per il loro sviluppo. Venables (cfr capitolo primo), inoltre, sostiene che l’agglomerazione è favorita anche da legami input-output tra le imprese stesse, e quindi, un aumento delle imprese a valle (dei beni
finali) provocherebbe un aumento delle imprese a monte (dei beni intermedi). Tornando agli altri dati, invece, il Nord-Est ospita il 19% delle imprese (1.362 imprese) partecipate, con il contributo importante del Veneto (7,1%)e dell’Emilia Romagna (8,2). Il Centro attrae il 12,9% delle imprese partecipate (922 imprese), grazie al contributo della regione Lazio (7,2%).
Nel Mezzogiorno la presenza delle IMN è molto limitata, infatti, le regioni meridionali e insulari raggiungono una quota pari al 4,6%. In queste aree influisce negativamente la posizione geografica rispetto alle regioni del Nord come la Lombardia, ma sicuramente manca un processo di agglomerazione che garantisca vantaggi localizzativi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La teoria della localizzazione e gli investimenti diretti esteri in Italia

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Caraceni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Economia
  Corso: Consulenza e direzione aziendale
  Relatore: Luca De Benedictis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 107

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