Il comportamento di "Panthera leo" nel nuovo exhibit naturalistico del Giardino Zoologico di Pistoia
La distribuzione del leone: ieri e oggi
L'ambiente del leone è caratterizzato da temperature e habitat assai diversi, rappresentati da savane alberate, praterie, radure cespugliose, aree semiaride e boschi aperti, non lo si trova nelle foreste pluviali e all'interno dei deserti. Un tempo, il leone era diffuso in tutta l'Africa e non solo, le sue tracce si spingono fin nella Penisola Arabica, in India e addirittura in Nord America ed in Europa durante il recente Pleistocene. Gli antichi Greci, ma soprattutto i Romani, furono i responsabili della decimazione dei leoni in Europa sud-orientale, mentre la scomparsa del leone dall'America del Nord è imputabile non solo all'uomo, ma anche ai cambiamenti climatici che videro una maggiore espansione delle zone boscose e costrinsero questi animali a ripiegare prima a sud e poi, per cause ancora poco chiare, ad estinguersi. Lo sviluppo delle grandi civiltà del bacino del Mediterraneo, della Mesopotamia, dell'Arabia e dell'India, coincise con la scomparsa dei leoni da tutte queste zone. Nell'Africa sub-sahariana, i leoni riuscirono a resistere proprio grazie ad una minore diffusione della cultura occidentale, ma con l'arrivo dei coloni europei, le popolazioni di questo fiero animale cominciarono a diminuire: all'inizio vennero uccisi per proteggere gli insediamenti dei coloni (questo fu la causa principale dell'estinzione del leone del Capo), poi successivamente perché divennero uno dei trofei più ambiti dai cacciatori europei in Africa, il primo dei cosiddetti "Big Five", i cinque animali africani più ricercati da chi praticava la "caccia grossa". Ancora oggi, in alcuni paesi africani ne è permessa la caccia: i maschi più belli e più forti vengono abbattuti allo scopo di conquistarsi un trofeo, con la conseguenza che il patrimonio genetico della popolazione viene inesorabilmente eroso: il branco poi, senza il maschio dominante, perde la sua stabilità e diviene "preda" di maschi estranei; non solo, se i maschi più vigorosi continueranno ad essere abbattuti, non rimarranno altro che quelli più vecchi e malati che potranno solo offrire alla discendenza geni di minor valore. Un altro motivo della scomparsa di questo grande felino in Africa, è dovuto al fatto che il leone va contro gli interessi economici dei proprietari terrieri locali che sopravvivono solo grazie all'allevamento del bestiame. I leoni che cacciano il bestiame sono spesso vittime degli agricoltori che non disdegnano, in qualche caso, anche di utilizzare carcasse avvelenate; queste, ovviamente, non colpiscono solo i leoni, ma anche altri carnivori che sfortunatamente si imbattono in questo tipo di esca. Infine, la progressiva riduzione della savana, sostituita con terreni agricoli e con i pascoli destinati all'allevamento del bestiame, riduce sempre più gli spazi a disposizione di questi grandi felini, costretti così a ritirarsi in aree sempre più piccole e frammentate. Attualmente vivono in Africa dai 30.000 ai 100.000 individui circa, con una tendenza che, si presume condannerà tra breve, questa specie sulla soglia dell'estinzione. In un futuro a noi non molto lontano, la potremo osservare purtroppo soltanto all'interno di grandi Parchi Nazionali, Riserve faunistiche e Parchi Zoologici.
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Il comportamento di "Panthera leo" nel nuovo exhibit naturalistico del Giardino Zoologico di Pistoia
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Franchi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Corso: | Scienze Naturali |
Relatore: | Francesca Gherardi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 244 |
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