Oltre la massa? Il Pd tra vecchi e nuovi media. Analisi del caso torinese
La discussione come forma di comunicazione interna nel PD
La discussione tra i militanti durante le Assemblee di coordinamento, le feste di partito o in ogni altra occasione è una forma molto importante di comunicazione interna. Confrontarsi, discutere, conoscersi sono sicuramente fattori fondamentali in una realtà, come quella del Partito Democratico appena nata e che deve unire due storie, culture, modi di intendere la politica a volte anche molto diversi. È importante confrontarsi perché è soprattutto grazie a ideali e obiettivi comuni che si può strutturare e amalgamare un partito, o almeno un partito come il Pd si prefigge di essere. Ho trovato interessante notare come anche il modo di intendere la discussione sia differente tra ex esponenti Ds e ex Margherita. Piergiorgio Salomone, nel corso di un colloquio informale che ho avuto con lui il 22 luglio 2008 in un bar di Piazza Primo Maggio a Rivoli, di esprimeva così riferendosi alla discussione interna:
"Gli ex popolari sono meno settoriali, hanno più fantasia rispetto agli ex Ds. Questi ultimi se il capo dice nero, discutono, ma poi dicono nero, i Popolari no. In questo senso la Margherita sta in un certo modo legittimando i Ds" (Piergiorgio Salomone, Presidente Pd di Rivoli).
Salomone è il Presidente del Pd di Rivoli e arriva dalle fila della Margherita. Mi è sembrato interessante questo suo commento per capire le difficoltà che possono sorgere nell’ambito di un’Assemblea di coordinamento nel prendere una decisione comune. I differenti modi di discutere complicano sicuramente l’approdo ad una risoluzione comune. L’anima del Pd più vicina agli ex Margherita sarà infatti più restia a mettere da parte le proprie convinzioni perché la linea del partito ha così deciso e d’altro canto non sarà facile per gli ex Ds capire la risolutezza dei nuovi compagni di partito nel difendere le loro convinzioni anche quando queste non si sposino con la linea generale. Riferendosi al nuovo partito Olgher Gargioni e Sergio Frezza lamentano:
"E’ vero che a volte i direttivi si concludevano con un nulla di fatto e che le discussioni tra i militanti erano spesso fini a se stesse, ma nei Ds c’erano più momenti e luoghi di incontri che nel Pd ancora mancano" (Sergio Frezza e Olgher Gargioni, esponenti del circolo della Circoscrizione II di Torino, Borgo San Paolo).
Dunque pur ammettendo l’inutilità, a volte, delle riunioni tra gli iscritti e pur rendendosi conto del fatto che poteva capitare che le discussioni protratte per ore potessero alla fine risultare sterili e fine a se stesse, Olgher e Sergio ne lamentano la mancanza o comunque la diminuzione nel Partito Democratico, come se il confronto e il dibattito fossero in ogni caso la base della vita di un partito, indipendentemente dalla loro utilità.
La comunicazione e la partecipazione interna al partito devono dunque muoversi su più piani e tenere conto delle differenze interne nell’intendere la vita del partito. Nel caso specifico probabilmente il solo fatto di incontrarsi e discutere, anche senza per forza arrivare a risultati concreti, contribuisce a saldare i rapporti, confrontare le proprie storie e abituarsi a differenti modi di agire e pensare.
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Oltre la massa? Il Pd tra vecchi e nuovi media. Analisi del caso torinese
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Informazioni tesi
Autore: | Silvia Dionisia Pittatore |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | comunicazione multimediale e di massa |
Relatore: | Paola Pallavicini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 153 |
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