La tutela della genitorialità

La legge delega n. 53/2000 ha introdotto una novità in materia di parti prematuri e colma una lacuna legislativa dell'art. 4, 1° comma, lett. c) della legge 1204/1971. L'art. 11 aggiunge due nuovi commi all'art. 6n della legge n. 1204/1971: il primo è stato trascritto all'art. 16 lett. d) del d.lgs. 151/2001 in cui viene definito che in caso di nascita prematura i giorni di congedo prima del parto, non goduti dalla lavoratrice, si aggiungono al periodo di astensione post partum. La previsione del 1971 stabiliva, in generale, il divieto di adibizione al lavoro delle lavoratrici "durante i tre mesi dopo il parto"; allo stesso modo il d.p.r. 1026/1976, regolamento di esecuzione della l. 1204/1971, ha previsto che il computo del periodo di astensione obbligatoria post partum "decorre dal giorno successivo a quello del parto". Ma restava senza disciplina l'ipotesi in cui, nato prematuramente il bambino, in tutto o in parte la madre dovesse fruire dell'astensione obbligatoria prima della nascita di esso e, soprattutto, la stessa rischiasse di accudire in via esclusiva il bambino, effettivamente entrato in famiglia, dopo un periodo più o meno lungo di degenza ospedaliera (periodo inferiore ai tre mesi fissati dalla legge). Infatti, già la Corte Costituzionale il 30 giugno 1999 con sentenza n. 270 aveva cercato di rimediare alla lacuna che impediva di realizzare quelle esigenze di protezione sia di tipo biologico, che di carattere relazionale del rapporto tra madre e figlio, connesse al primo sviluppo psicofisico del minore e poste da tempo alla base della disciplina positiva in materia dei ripetuti interventi della Corte Costituzionale, per allargarne e definirne gli ambiti di applicazione.