L'emergenza rifiuti al vaglio delle istituzioni europee
La disciplina comunitaria
I rifiuti sono ormai da tempo al centro di tematiche politico-ambientali a livello internazionale ed europeo.
Ogni anno soltanto in Europa sono prodotti circa 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, di cui quaranta milioni di tonnellate di natura pericolosa. La produzione dei rifiuti, dagli anni ‘90 ad oggi, ha continuato a crescere parallelamente all’aumento della ricchezza ed agli standard di vita sempre più elevati dei Paesi occidentali. Tra il 1990 e il 1995, il totale dei rifiuti prodotti è aumentato di circa il 10% e si prevede che intorno al 2020 la produzione possa aumentare del 45% rispetto al 1995.
Oggi, fra l’altro, c’è una nuova minaccia in questo campo legata al boom dei consumi dei prodotti elettronici, che ha portato in poco tempo ad un incremento di rottami ad alto contenuto di composti chimici pericolosi.
Non a caso i diversi Programmi europei d’azione per l’ambiente hanno posto al centro dell’attenzione proprio il tema rifiuti e l’Europa ha promosso ed integrato una serie di normative di settore al fine di raggiungere determinati scopi. Tre, in particolare, sono gli obiettivi dell’azione comunitaria in tale settore:
- prevenire e ridurre la produzione di rifiuti irrecuperabili;
- recuperare, riciclare e riutilizzare i rifiuti per trarne materie prime ed energia;
- eliminare i rifiuti senza danni e gestire in maniera sana quelli non recuperati.
Il primo intervento normativo comunitario nel settore dei rifiuti è stato ad opera della direttiva 75/442/CEE, che, in assenza di norme del Trattato istitutivo della Comunità europea espressamente dedicate alla tematica ambientale, richiama a proprio fondamento gli articoli 100 e 235 del Trattato stesso.
Essa, come visto in precedenza, definisce la nozione di rifiuto come “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’obbligo di disfarsi secondo le disposizioni vigenti”.
Un’altra definizione, che si ricava dalla direttiva citata è quella relativa al termine “smaltimento”. Al riguardo, il legislatore comunitario sancisce che, con tale termine, debba intendersi: “la raccolta, la cernita, il trasporto, il trattamento di rifiuti, l’ammasso e il deposito dei medesimi nel suolo o sul suolo, nonché le operazioni di trasformazione necessarie per il riutilizzo, il recupero o il riciclo degli stessi”.
Per quanto riguarda il suo contenuto va ricordato che agli Stati membri sono stati posti precisi obblighi e cioè: l’individuazione delle autorità competenti incaricate di porre in atto le disposizioni della stessa direttiva, la redazione di piani di gestione dei rifiuti, il principio “chi inquina paga”, la comunicazione alla Commissione di relazioni triennali contenenti informazioni sull’applicazione della presente direttiva.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'emergenza rifiuti al vaglio delle istituzioni europee
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Informazioni tesi
Autore: | Nicola Gaeta |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Emilio Pagano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 171 |
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