Prerogative e attribuzioni del datore di lavoro in materia di sicurezza
La disciplina codicistica
Il limite evidente di tutta la produzione normativa previgente al decreto legislativo n. 626/1994 è stato quello di aver elaborato norme specifiche, che cioè impongono al datore di lavoro adempimenti e comportamenti esattamente determinati, senza delineare un quadro d'insieme, un complessivo sistema prevenzionale interno all'azienda nell'ambito del quale le singole misure si andassero a inquadrare.
Considerata l'estrema difficoltà ad individuare tutti i possibili rischi da affrontare in azienda e le relative misure di prevenzione e contenimento, le norme specifiche sono fatalmente risultate insufficienti a disciplinare ogni situazione tipica. Proprio tali limiti della legislazione speciale, hanno permesso all'art. 2087 del codice civile di assumere una rilevanza fondamentale in quanto l'unica norma c.d. di chiusura del sistema, cioè una noma che non impone adempimenti determinati ma fissa gli obiettivi ultimi a cui bisogna tendere.
L'art. 2087 c.c. è stata la norma base che ha sancito la responsabilità del datore di lavoro dei danni arrecati al lavoratore.
Questa è la formulazione della norma codicistica: “2087. Tutela delle condizioni di lavoro. — L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. La norma impone al datore di lavoro un generale obbligo di adozione delle misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e morale dei lavoratori.
In sostanza, la disposizione è tuttora un vero e proprio precetto riassuntivo degli obblighi di facere “scritti e non scritti”, presenti e futuri del datore di lavoro in tema di sicurezza nei confronti dei “singoli lavoratori” e con riferimento alla loro “specifica attività lavorativa”. Infatti, l'obbligo non consiste in un mero dovere di astensione da condotte lesive dell'incolumità altrui, ma impone al datore di lavoro di adottare le misure necessarie ad un'adeguata prevenzione, laddove per “misure necessarie” ci si riferirsi sia a quelle espressamente previste dalle norme antinfortunistiche, sia a tutte quelle misure che, secondo l'esperienza e la tecnica, pur non essendo previste espressamente da alcuna specifica disposizione, consentano di evitare l'insorgenza di infortuni o malattie o, almeno, di ridurne il rischio.
L'articolo 2087 c.c., di matrice prettamente pubblicistica (in quanto norma che regola i rapporti tra Stato e cittadini e non una norma del contratto di lavoro), è caratterizzato innanzitutto dall'estrema elasticità, così da farne una norma di chiusura del sistema di sicurezza, che pertanto comprende ipotesi e situazioni non espressamente stabilite ed assolve l'importante funzione di adeguamento permanente dell'ordinamento rispetto alla realtà socio-economica del momento. Infatti, i tre parametri suddetti (particolarità del lavoro, esperienza e tecnica) rendono l'obbligazione datoriale a contenuto “aperto” e con oggetto non predeterminato, ma destinato a variare nel tempo.
Analizzando più schematicamente il contenuto dell'art. 2087 c.c., una volta definiti debitore il datore di lavoro e creditore il lavoratore, dobbiamo rilevare che l'oggetto dell'obbligazione è rappresentato dalla “tutela dell'integrità fisica e della personalità morale del lavoratore”. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Prerogative e attribuzioni del datore di lavoro in materia di sicurezza
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Luvrano |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Diritto del lavoro, Diritto Sindacale, della Previdenza e della Sicurezza Sociale |
Anno: | 2015 |
Docente/Relatore: | Lucilla Martiniello |
Istituito da: | Università Telematica Pegaso |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 39 |
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