Riduzione e prevenzione dell’inquinamento delle acque dai nitrati provenienti da fonti agricole
La Direttiva nitrati (direttiva 91/676)
Il Consiglio della Comunità Europea, per tutelare la salute umana, le risorse viventi, gli ecosistemi acquatici e terrestri e salvaguardare gli altri usi legittimi dell’acqua ha emanato il 12 dicembre del 1991 la Direttiva 91/676, relativa alla “Protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”, meglio nota come Direttiva nitrati.
La Direttiva è stata notificata agli Stati membri il 19 dicembre 1991 ed entro il 20 dicembre 1993 ciascuno Stato avrebbe dovuto definire e attuare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative per conformarsi alle disposizioni della Direttiva. Nonostante ciò, molti Stati non si sono attivati per tempo e le misure della Direttiva sono state applicate soltanto alla fine degli anni ’90.
Come riportato nell’articolo 1, la Direttiva mira a:
- ridurre l’inquinamento delle acque causato direttamente o indirettamente dai nitrati di origine agricola;
- prevenire qualsiasi ulteriore inquinamento di questo tipo.
Le tappe che portano all’attuazione della Direttiva sono:
- Identificazione delle acque inquinate dai nitrati e di quelle potenzialmente inquinabili se non si interviene applicando idonei Programmi d’azione;
- designazione delle zone vulnerabili ai nitrati;
- elaborazione di uno o più codici di buona pratica agricola, applicabili a discrezione degli agricoltori;
- predisposizione, eventuale, di un programma comprensivo di disposizioni per la formazione e informazione degli agricoltori al fine di promuovere l’applicazione del o dei codici di buona pratica agricola;
- fissazione di Programmi d’azione per le zone vulnerabili ai nitrati;
- monitoraggio e segnalazione ogni quattro anni.
Entro sei mesi dalla fine di ogni periodo quadriennale, gli Stati membri devono presentare una relazione alla Commissione riguardante la descrizione dell’azione di prevenzione organizzata, una mappa con indicate le zone vulnerabili ai nitrati e le acque inquinate, un sommario dei risultati del controllo svolto e un sommario dei Programmi d’azione elaborati. Successivamente, entro sei mesi dal ricevimento delle relazioni la Commissione pubblica una relazione di sintesi sul lavoro svolto dagli Stati membri e la trasmette al Parlamento europeo e al Consiglio.
Le zone vulnerabili sono tutte quelle aree che scaricano nitrati nelle acque. In particolare per acque inquinate si intendono:
- le acque dolci superficiali, in particolare quelle destinate alla produzione di acqua potabile, che contengono o possono contenere, se non si applicano idonei Programmi d’azione, una concentrazione di nitrati superiore a 50 mg L-1;
- le acque dolci sotterranee che contengono o che possono contenere più di 50 mg L-1 di nitrati se non si interviene con i Programmi d’azione;
- i laghi naturali di acqua dolce o altre acque dolci, estuari, acque costiere e marine che risultano eutrofiche o possono diventarlo nell’immediato futuro se non si interviene applicando idonei Programmi d’azione.
Tali zone dovevano essere designate entro due anni a decorrere dalla notifica della Direttiva e devono essere riesaminate almeno ogni quattro anni.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Riduzione e prevenzione dell’inquinamento delle acque dai nitrati provenienti da fonti agricole
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Informazioni tesi
Autore: | Cosimo Pastore |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Corso: | Tecnologie agrarie |
Relatore: | Fabrizio Quaglietta Chiarandà |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 69 |
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