Riforme incompiute e orientamento al risultato: esperienze di cambiamento nella Pubblica Amministrazione
La deriva della contrattazione integrativa
Nel Capitolo 2.5 si è cercato di fornire una plausibile spiegazione dell’aumento sproporzionato delle retribuzioni pubbliche rispetto a quelle del settore privato. Una delle cause fondamentali di questa disparità risiede, oltre nell’eccessiva crescita degli importi tabellari definiti in sede di contrattazione nazionale, nella “generosità” e nell’inefficienza della contrattazione integrativa, che ha permesso la distribuzione quasi indiscriminata dei premi e determinato un ingente spreco di risorse.
Nell’indagine di Bordogna [2002], in riferimento al periodo contrattuale 1998-2001, si scopre come il tasso di negozialità della contrattazione integrativa abbia registrato un valore pari a 3,86, che significa che in ciascuna amministrazione analizzata sono stati sottoscritti mediamente quasi 4 accordi nel periodo considerato. Nel comparto dei Ministeri il valore di tale indice è oltre il doppio (8,11) e indica come ci siano stati, in media, circa 2 accordi all’anno.
Se si va poi a vedere il numero di materie oggetto di regolazione [Bordogna 2002], solo il 10% del campione dichiara che non sono state regolate più di 5 materie. Nel 31,5% delle amministrazioni sottoposte a indagine sono state regolate da 6 a 10 materie, mentre in quasi il 60% delle amministrazioni le materie sono state più di 10. Questi dati rivelano l’ampiezza della contrattazione integrativa e la sua tendenza all’iper-regolazione delle condizioni di lavoro nel settore pubblico, dal momento che vengono disciplinati congiuntamente una grande quantità di aspetti del rapporto di impiego [Bordogna 2002].
In definitiva, mentre nel settore privato la contrattazione di secondo livello copre non più del 30% delle aziende [L.P. 2001], nel settore pubblico questo tipo di contrattazione è esteso, per legge, a tutte le amministrazioni. Guardando alla dimensione del fenomeno, si deduce come la contrattazione integrativa si sia estesa “a macchia d’olio” nelle amministrazioni e che ne sia stato fatto, il più delle volte, un uso improprio o eccessivo.
Altro tema degno di approfondimento riguarda le modalità di attribuzione della retribuzione accessoria. L’analisi di Bordogna [2002] evidenzia come fra il 1999 e il 2001 le risorse destinate ai fondi per la produttività siano andate progressivamente decrescendo (passando dal 46% al 31,3% del totale delle risorse destinate al salario accessorio), a scapito dell’incremento delle risorse stanziate per gli altri fondi quali, in ordine, il fondo per la progressione orizzontale, per gli straordinari e per le posizioni organizzative. Una tendenza che conferma, quindi, il “netto spostamento di peso dalle voci tradizionali dello straordinario e della produttività verso i nuovi istituti” [Bordogna 2002, p. 59].
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Riforme incompiute e orientamento al risultato: esperienze di cambiamento nella Pubblica Amministrazione
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Romanin |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Giovanni Costa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 103 |
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