Costumi per la danza nel cinema: fenomeni di moda dagli anni Cinquanta ad oggi
La danza nei film: tentativi di catalogazione
All'epoca del cinema muto, la musica da film era affidata al gusto e all'improvvisazione dei musicisti. Il pianista, vedendo una scena di ballo sul grande schermo, era solito improvvisare un valzer o ricorrere a balli di repertorio nel tentativo di sincronizzarsi all'immagine. Tuttavia, la danza senza musica o con musica non ben sincronizzata poteva talvolta creare effetti comici o grotteschi.
L'esordio del cinema sonoro negli Stati Uniti favorì il consolidamento e lo sviluppo di un genere che aveva compiuto i suoi primi importanti passi a teatro nell'epoca del muto: il musical. Il termine inglese musical, abbreviazione della definizione musical comedy, ossia commedia musicale, indicava inizialmente un genere teatrale, nato a Broadway tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento. Esso aveva trovato le sue fondamenta nella tradizione del teatro popolare, sviluppatosi a New York dall'osmosi tra cultura europea e americana, in cui si combinavano scene ballate, parti recitate e cantate.
Con l'avvento del sonoro, la storia del musical e quella del cinema si intrecceranno più volte. Basti pensare alla migrazione dei principali artisti, tra cui molti autori di colonne sonore, che si trasferirono da Broadway a Hollywood: proprio costoro diedero la spinta a trasporre in film i musical di successo e poi a creare musical prodotti direttamente ed espressamente per il cinema. Scenario del tutto differente è quello della contemporaneità, in cui l'ultima evoluzione del genere riguarda la creazione di musical teatrali a partire da film di successo.
All'interno della sterminata e varia produzione cinematografica, si è creato così un intero filone che si dedica esclusivamente alla musica e alla danza: si tratta dei musical cinematografici e dei film musicali.
Per musical cinematografico si intende quello spettacolo in cui avviene una totale fusione tra musica, canto, ballo e recitazione: i personaggi non sempre parlano, come nei comuni film, ma si esprimono cantando e ballando. La storia è quindi guidata dalla musica in ogni momento della narrazione, canto e ballo sono l'essenza del racconto, come accade nel musical teatrale, mentre nel film musicale, musica, canto e ballo sono elementi caratterizzanti che accompagnano una storia, il cui racconto è affidato per lo più alla funzione comunicativa della parola.
Nel tentativo di classificare questi due generi strettamente legati tra loro, si potrebbe dire quindi che la differenza tra musical puro e film musicale è di natura quantitativa, ovvero riguardante la maggiore o minore importanza della funzione narrativa incarnata da musica, canto e danza: nel musical questi elementi hanno una funzione comunicativa preponderante, nel film musicale svolgono invece un ruolo decisivo ma non esclusivo.
Francesca Rosso propone invece una classificazione di natura più qualitativa dei film sulla danza, distinguendo le seguenti tipologie:
• film di danza destinati all'educazione, ovvero archivi coreografici che diventano testimonianza e conservazione di balletti e spettacoli di repertorio;
• film di danza destinati al divertimento, in cui la danza interviene semplicemente come attrazione in più, in maniera quasi accidentale;
• cine-coreografia, film in cui la coreografia è stata concepita per l'ottica particolare dello schermo, usandola ora in modo funzionale alla sperimentazione del montaggio, ora citando frammenti di balletti di repertorio, ora ricostruendo il percorso di una stella della danza, ora creando film operetta interamente danzati e cantati o, addirittura, film d'animazione in cui a ballare sono spesso oggetti, piante o animali, che talora interagiscono anche con figure umane. Ma il punto più alto del rapporto tra cinema e danza si tocca in quelle pellicole in cui il movimento è realizzato interamente dal mezzo cinematografico, rinunciando al corpo umano per costruire il ballo a partire da forme e oggetti che si trasformano in magici corpi danzanti. Particolarmente importante all'interno del settore cine-coreografico è appunto il musical:
[…] lo spettacolo per eccellenza: rassicurante, capace di fare dimenticare le angosce del presente, commovente, romantico e soprattutto così finto da sembrare vero. La sua storia è indissolubilmente legata alla storia del paese dove ha raggiunto i massimi risultati espressivi: l'America. […] La danza, oltre ad essere costume e folklore, diventa manifestazione di ideologia, espressione di valori, azione che celebra il mito.
Questo genere, profondamente connaturato allo stile di vita americano, fu una forma di divertimento che riscosse particolare successo durante il periodo della Depressione, quando le major, per assecondare il bisogno di evasione delle platee, produssero a ciclo continuo film all'insegna dell' "all talking, all singing, all dancing!". Si possono individuare tre sottogeneri:
• show-musical , detti anche backstage musical, storie di aspiranti ballerini o cantanti che si muovono nel mondo dello spettacolo;
• fairy-tale, film che proiettano lo spettatore in un mondo onirico e fiabesco;
• folk-musical, mettono in scena vicende corali con connotazione sociali.
Al di là di ogni tentativo di catalogazione, ci si accorge rapidamente che, nel Novecento, tracciare un confine tra la storia del cinema e la storia della danza è impresa più che mai ardua, perché questi due mondi sono profondamente legati tra loro da un filo indissolubile, un amore carico di passione, necessario al continuo rinnovamento delle proprie forze comunicative ed espressive.
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Costumi per la danza nel cinema: fenomeni di moda dagli anni Cinquanta ad oggi
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Pescini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere |
Corso: | Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione |
Relatore: | Alessandra Lischi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 64 |
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