La politica europea di vicinato. Siria e Ucraina in prospettiva comparata
La danza con l'orso: l'UE e le difficili relazioni con la Federazione russa nella crisi ucraina
L'azione di Bruxelles nello spazio post-sovietico risulta avere un carattere "concorrenziale", come si è precedentemente osservato. Invero, oltre all'UE, gli attori più attivi nella regione orientale sono la Federazione russa, gli Stati Uniti e la Cina.
Nell'analisi dell'Osservatorio di Politica internazionale, effettuata un anno dopo il suo scoppio, la crisi in Ucraina rappresenta il culmine di un ventennio di malintesi e di incoerenza nei rapporti tra Russia, Stati Uniti e Unione europea che hanno messo a nudo la fragilità dell'attuale ordine internazionale. Ciò ha particolare rilevanza rispetto alla "sindrome dell'accerchiamento" vissuta da Mosca a causa dell'espansione della NATO nell'emisfero orientale. Tuttavia in questo spazio ci si limiterà a osservare come l'UE ha prima "contribuito" e poi reagito alla crisi scoppiata in Ucraina nel 2013.
Come notano Giusti e Penkova, l'azione dell'UE si inserisce in un contesto in cui l'identità europea non è maggioritaria e non incontra il favore di un clima di predisposizione al cambiamento come quello degli anni successivi al crollo dell'URSS che permise la firma degli accordi con i PECO.
Nel caso dell'Ucraina il processo di avvicinamento all'UE, che sembrava tra i più promettenti, è stato rallentato da un abbassamento della qualità della democrazia e da un progressivo assoggettamento di Kiev a Mosca.
Si potrebbe affermare che nelle relazioni tra l'UE e l'Ucraina si è manifestata un'eterogenesi dei fini di Bruxelles, il cui intento di rafforzarvi i legami ha invece prodotto il risultato di un allontanamento che a sua volta ha accentuato le forti divisioni interne dell'Ucraina, poi degenerate nel conflitto civile. Ciò è avvenuto in coincidenza della proposta di Bruxelles di sottoscrivere con Kiev l'AA che avrebbe dato luogo all'area di libero scambio.
Nel luglio 2008 Bruxelles e Kiev annunciarono il progetto per la realizzazione dell'accordo. In quel momento, il consenso dell'Ucraina su tale iniziativa era ampio e diffuso, tra gli altri, anche dal presidente filo-russo Viktor Yanukovych. Per contro, la prospettiva di un'ipotetica adesione al club dell'UE di un paese ritenuto arretrato – sebbene non vi fosse fatta alcuna menzione al riguardo nel testo dell'AA –incuteva timore nei leader europei.
Nel marzo del 2012 la bozza dell'accordo era ormai pronta, tuttavia la serie di eventi scatenatasi l'anno successivo ha condotto a una temporanea fase di stallo e a un deterioramento dei rapporti tra l'UE e la Federazione russa. Nella valutazione di Giusti e Penkova, l'errore di Bruxelles sarebbe stato quello di ignorare la divisione etno-linguistica (figura 10) e economica dell'Ucraina seguendo il progetto del PO, senza una visione strategica delle proprie decisioni. Lo ha fatto, inoltre, senza tenere conto delle posizioni di Mosca. Il risultato si è dunque concretizzato in un inasprimento della frattura pro-UE e pro-Russia all'interno del paese, soprattutto nella parte orientale.
Nonostante i passi compiuti dal Parlamento ucraino – dietro pressioni dell'UE – nella direzione di una più stretta integrazione, come ad esempio il recepimento di una parte dell'acquis comunitario e il varo delle riforme anticorruzione e del sistema penitenziario, il 21 novembre 2013 il governo ucraino annunciò il suo passo indietro sulla firma dell'AA che avrebbe istituito la DCFTA con l'UE. Tale decisione fu giustificata dalla necessità di tutelare la sicurezza nazionale e lo scambio commerciale con la Russia e con i membri della Comunità degli Stati indipendenti (CSI). [...]
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La politica europea di vicinato. Siria e Ucraina in prospettiva comparata
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Informazioni tesi
Autore: | Giorgio Rezk |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Barbara Pisciotta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 137 |
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