Gli accordi di ristrutturazione ex art. 182bis della legge fallimentare come strumento ostativo alla dichiarazione di fallimento in una prospettiva giuridica ed economica.
La crisi d’impresa come un’opportunità di crescita?
Abbiamo precedentemente visto come la crisi d’impresa possa essere descritta come fisiologica della vita aziendale, essendo l’operatore economico inserito in un ambiente in continuo mutamento, caratterizzato da tensioni e forze (pensiamo alle stesse regole di mercato e alla concorrenza), che tendono ad alterare gli equilibri propri dell’impresa.
A questo punto pare interessante chiedersi se il dover affrontare una crisi d’impresa, e il suo superamento, possano essere visti come un’opportunità per il soggetto imprenditoriale capace di sfruttare una situazione di difficoltà a proprio vantaggio.
E’ importante fare una precisazione, la crisi ha in sé i germi del successo e le radici del fallimento. Trovare, coltivare e raccogliere quel successo potenziale è l’essenza della gestione della crisi. Viceversa l’essenza della cattiva gestione della crisi è la propensione a prendere in mano una situazione negativa e farla peggiorare.
Questa efficacissima metafora descrive ottimamente il rapporto che esiste tra crisi, le opportunità che questa può offrire e l’impresa.
Conseguenza naturale della crisi d’impresa è il fallimento e un mancato o carente intervento non può portare conseguenze diverse dalla fine dell’impresa.
All’interno della crisi si celano però germi del successo, occasioni che se sfruttate possono rappresentare un’opportunità. Questo è possibile perché la crisi investe in modo dirompente l’impresa, andando a toccare strutture sedimentatesi da tempo e che probabilmente non sarebbero state modificate in tempi brevi se non grazie ad eventi eccezionali. Pensiamo al management, la crisi potrebbe portare a cambi radicali ai vertici dell’impresa, facendo strada a nuove figure in grade di guidare la società fuori dalla crisi e capaci di fornire una visione industriale nuova anche in fase di rilancio dell’attività.
La stessa gestione operativa e le aree di business potrebbero essere radicalmente modificate dalle esigenze generate dalla crisi, portando l’impresa ad esplorare mercati nuovi o poco considerati che si potrebbero poi rivelare l’ancora di salvezza necessaria.
Ad una diminuzione quantitativa in termini dimensionale potrebbe discendere un aumento qualitativo delle performance e della compagine manageriale.
Il superamento di una crisi rende poi più forte il sistema di controllo che verrà implementato successivamente per evitare che situazioni analoghe si possano verificare nuovamente.
E’ chiaro che tutto ciò richiede notevole rapidità di intervento e lungimiranza da parte di coloro i quali si troveranno a gestire le fasi di maggior tensione durante la crisi, ma a mio modo di vedere, la crisi aziendale può davvero essere quell’extrema ratio in grado di innestare un cambiamento idoneo a fornire un’opportunità all’azienda.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Gli accordi di ristrutturazione ex art. 182bis della legge fallimentare come strumento ostativo alla dichiarazione di fallimento in una prospettiva giuridica ed economica.
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Pierotti |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Maurizio Dallocchio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 204 |
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