Autopsia Psicologica: discriminazione della causa di morte
La Criminalistica
Il termine "criminalistica" fa generalmente riferimento a un complesso di discipline scientifiche distinte in termini di metodologia e principi. La criminalistica si serve del metodo scientifico per identificare l'autore del reato e per analizzare ed interpretare le prove collegate al crimine. Questa disciplina comprende un insieme di scienze e metodologie utilizzate per l'analisi delle scene del crimine e le attività investigative. Tra queste rientrano la medicina legale, l'antropologia forense, la chimica, la biologia, la genetica forense, la tossicologia, la dattiloscopia, la balistica, la grafologia, la matematica e molte altre.9
Queste metodologie di polizia scientifica sono focalizzate sulla risoluzione di questioni investigative, con l'obiettivo di contribuire alla classificazione dei reati, come nel caso di lesioni o tentato omicidio, e alla determinazione delle circostanze.10
La criminalistica è talvolta confusa con la criminologia o la polizia scientifica e può essere erroneamente associata alle scienze forensi o all'investigazione criminale. Tuttavia, è indispensabile evidenziare che la criminalistica è un campo distinto da questi altri ambiti.
La distinzione rispetto alla criminologia è evidente e significativa: la criminalistica si basa su conoscenze scientifiche e tecnologiche differenti da quelle della criminologia. Inoltre, a differenza della polizia scientifica, un criminalista può operare anche nel settore privato. Rispetto all'investigazione criminale, la criminalistica si concentra principalmente sul "come" o "quando" di un crimine, senza necessariamente identificare il colpevole.11
La criminalistica origina alla fine del XIX secolo, in concomitanza con la scoperta di tecniche quali l'utilizzo dei rilievi antropometrici, delle impronte digitali e delle tracce balistiche. Fin dalle sue prime fasi, il campo della criminalistica ha posto un'enfasi prioritaria sulla necessità di condurre sopralluoghi e analisi delle scene del crimine. Già nel 1878, il ricercatore francese Alphonse Bertillon12 (1853-1914) ha sviluppato un metodo, noto come Bertillonage, per misurare le caratteristiche antropometriche delle persone fermate dalla polizia. Questo metodo successivamente è stato associato all'importanza di stabilire parametri scientifici per la conduzione dei sopralluoghi.
Alphonse Bertillon fu l’ideatore dell’identificazione biometrica nel XIX secolo.
Bertillon (1853-1914) era il figlio del vicepresidente della Società di Antropologia e trascorse la sua giovinezza studiando e analizzando crani umani.
A 26 anni, iniziò a lavorare presso la prefettura di Parigi, dove iniziò a registrare su documenti tutte le caratteristiche fisiche dei detenuti. Successivamente, sviluppò un sistema per identificare i criminali noto come Bertillonage, basato su una combinazione di misurazioni fisiche prese attraverso procedure attentamente regolate. Questo sistema si basava su due fondamentali presupposti:
Le caratteristiche fisiche dell'ossatura umana rimangono stabili dopo il ventesimo anno di età.
Ogni scheletro è unico per ogni individuo.
Il sistema Bertillon si articolava in due fasi: la prima riguardava la registrazione delle descrizioni fisiche del corpo umano, mentre nella seconda fase venivano rilevate le misurazioni fisiche di specifiche parti del corpo umano. I dettagli sul nome del detenuto, le descrizioni fisiche e le misurazioni del corpo di ciascun individuo, insieme a fotografie segnaletiche frontali e laterali, venivano registrati su una scheda denominata "Osservazioni Antropometriche"13.
Con Salvatore Ottolenghi, fondatore della Scuola Italiana di Polizia Scientifica e allievo di Lombroso, venne introdotto nel 1903 il metodo scientifico di Bertillon nella pratica di analisi della scena del crimine. Ottolenghi ha evidenziato nel suo "Trattato di Polizia Scientifica" la necessità di annotare i dettagli delle parti costituenti la scena del crimine e del suo contenuto, analogamente a quanto avviene nei ritratti parlati di Bertillon, dove vengono descritte le caratteristiche dei connotati e dei segni distintivi personali. In questo modo, ogni sopralluogo avrebbe dovuto evidenziare i caratteri delle componenti e dei contenuti della scena del crimine, paragonabili ai connotati, e le caratteristiche delle peculiarità presenti negli ambienti e nei contenuti, equiparabili ai segni distintivi personali.
9 V. Rizzi, A.M. Giannini, Investigare 4.0, pag. 2.
10 G. Ponti, I. Merzagora Betsos, Compendio di criminologia, pag. 5.
11 F. Sidoti, Criminologia e investigazione, pag. 288.
12 https://www.di-srv.unisa.it/~ads/corso-security/www/CORSO-9900/biometria/bertillon.htm
13 https://www.di-srv.unisa.it/~ads/corso-security/www/CORSO-9900/biometria/bertillon.htm
Questo brano è tratto dalla tesi:
Autopsia Psicologica: discriminazione della causa di morte
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Pellegrino |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Criminologia e scienze Investigative e Forensi |
Anno: | 2024 |
Docente/Relatore: | Armando Palmegiani |
Istituito da: | Università Telematica "E-Campus" |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 44 |
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