Il diritto di asilo: evoluzione ed applicazione della tutela in Italia e all'Interno dell'Unione Europea
La Convenzione di Dublino
Il primo atto normativo con cui gli Stati europei si occupano direttamente del diritto d'asilo è costituito dalla "Convenzione sulla determinazione dello stato competente per l'esame di una domanda di asilo presentata in uno degli stati membri delle Comunità Europee", semplicemente conosciuta come Convenzione di Dublino, firmata il 15 giugno 1990 a Dublino fra gli undici stati dell'allora Comunità Europea: Belgio, Germania, Grecia, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Spagna.
Ad essi si aggiunse l'anno dopo la Danimarca e poi, negli anni successivi, anche tutti gli altri Stati Membri dell'UE.
La Convenzione, entrata in vigore il 1 settembre 1997, ha come scopo principale quello di eliminare, o quantomeno attenuare, i fenomeni dei "rifugiati in orbita" (situazione in cui gli Stati, adottando la nozione di "paese terzo sicuro", potrebbero trasferire il richiedente asilo in altro Stato nel quale il soggetto sia transitato, senza esaminare la domanda d'asilo) e dell'asylum shopping o delle "domande multiple" (condizione nella quale il richiedente asilo presenti la domanda in un determinato paese sulla base di una valutazione di convenienza personale e poi possa, in caso di rifiuto del riconoscimento, rivolgersi ad un altro stato, e poi ad una altro ancora, facilitato dalla libertà di movimento derivata dalla soppressione dei controlli alle frontiere interne ).
Come anticipato nel paragrado precedente, la Convenzione di Dublino riproduce le disposizioni contenute negli artt. 28 – 38 della Convenzione di applicazione degli accordi di Schengen, anche se con un sistema più preciso, più vincolante per gli Stati e più garantista per i richiedenti asilo.
Gli articoli dal 4 all'8 della Convenzione di Dublino elencano chiaramente i criteri per la determinazione dello stato membro responsabile per l'esame della domanda di asilo.
L'art. 4 disciplina l'eccezione della "riunificazione familiare", configurata come deroga ai criteri di attribuzione contenuti negli articoli successivi, l'articolo in questione nel paragrafo 1 afferma infatti che se ad un membro della famiglia del richiedente asilo sia già stato riconosciuto lo status di rifugiato, ai sensi della Convenzione di Ginevra, in uno Stato membro dove risiede legalmente, allora sarà tale Stato ad essere responsabile per l'esame della domanda; il paragrafo 2 va invece a specificare la nozione di "membro della famiglia", sostenendo che devono essere ritenuti tali solo "il coniuge del richiedente l'asilo, i figli di età inferiore ai 18 anni, non sposati, oppure il padre o la madre se il richiedente l'asilo è egli stesso minore di età inferiore ai 18 anni non sposato" (nozione alquanto ristretta che ha suscitato perplessità e problemi, in quanto dall'applicazione di tale disposizione potrebbero derivare violazioni del principio di unità familliare sancito nell'art 8 della CEDU).
L'art. 5 nel paragrafo 1 dice che se il richiedente asilo detiene un titolo di soggiorno o un visto in corso in validità, competente sarà lo Stato membro che ha rilasciato tale titolo, o, nel caso il richiedente asilo sia in possesso di più titoli di soggiorno o visti, lo Stato Membro che ha rilasciato il documento dalla validità più lunga; il paragrafo 4 afferma invece che se il richiedente possiede un permesso di soggiorno scaduto da più di due anni,o un visto scaduto da più di sei mesi, e non abbia ancora lasciato il territorio comunitario, allora sarà libero di scegliere lo Stato in cui presentare la domanda di asilo. [...]
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Il diritto di asilo: evoluzione ed applicazione della tutela in Italia e all'Interno dell'Unione Europea
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Informazioni tesi
Autore: | Jacopo Colomba |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza |
Relatore: | Maria Elena De Maestri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 144 |
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