La comunicazione come strumento terapeutico: il ruolo dell'infermiere

I meccanismi psichici di difesa già descritti nel primo capitolo, possono generare dinamiche relazionali e conflittuali in cui la relazione tra paziente e infermiere difficoltosa contribuisce ad aumentare i livelli di stress con tutte le conseguenze del caso. Per affrontare interlocutori con manifestazioni ansiose, depressive o aggressive viene in mente che sarebbe utile apprendere tecniche di comunicazione collaudate ed efficaci. Tuttavia apprenderle comporta la modificazione di comportamenti abituali inefficaci e dannosi, che di solito vengono riprodotti in senso stretto secondo schemi costanti, comuni al proprio ambito familiare, lavorativo e culturale, ed è difficile essere consapevoli dei loro limiti.

Piuttosto che riesaminare il proprio comportamento o quello del gruppo di riferimento, si preferisce pensare che siano gli altri a causare il disagio come, a giustificazione del proprio disappunto e dei cattivi risultati.

Il primo passo nell'affinare le proprie competenze comunicative è quello di essere consapevoli che la comunicazione è un processo con specifiche tappe che è possibile imparare, usare e migliorare.

In generale, la comunicazione può essere definita come l'invio di messaggi da parte di un mittente verso un destinatario: è uno scambio interattivo che richiede che i due agiscano insieme per condividere l'informazione. Una buona comunicazione riduce al minimo la possibilità d i confusione e di fraintendimento creata dall'interazione. La parte finale dell'atto comunicativo, cioè la contro risposta del ricevente al mittente, è altrettanto importante di quella iniziale, poiché segnala come il destinatario ha recepito il messaggio e lo ha decodificato, fornendo al mittente la conferma che l'informazione è stata ricevuta così come era stata mandata o facendogli capire che il messaggio può essere stato frainteso. In questo caso il mittente può vedere come chiarire il concetto e rimandarlo.