Problematiche psicopatologiche in oncologia: cenni epidemiologici sulla depressione
La comunicazione con il paziente oncologico
Risulta difficile, se non impossibile, definire una linea guida precisa, sulle modalità con cui comunicare al paziente la diagnosi di cancro, soprattutto se quest’ultima è in fase terminale. La diagnosi segna appunto, il momento più delicato, perché comporta una serie di valenze negative che possono ricondurre ad un destino di morte, oltre a sofferenze fisiche ed altro. Essa è una fase di shock. Dopo la comunicazione con il paziente, tutto si trasforma: tutto si concentra su ciò che verrà, con la possibile morte imminente. Il soggetto mette in discussione la propria vita, le relazioni familiari, sociali, i propri valori.
La comunicazione infatti non è un "atto unico", ma un processo che si svolge progressivamente nel tempo ed il cui contenuto deve essere rapportato di volta in volta all'irripetibilità delle situazioni personali e dei contesti. La scelta di informare o meno, si impone continuamente e frequentemente lungo tutto l’iter della malattia: al momento della diagnosi, nel corso di tutti gli interventi terapeutici (operazioni, chemio-radio terapia), nel caso di recidive, di terapie palliative o in caso di fase terminale. Già Schneider nel 1969, aveva descritto la negazione, come un frequente meccanismo di autodifesa utilizzato nel corso della malattia; la malattia può essere negata in toto, soprattutto in fase terminale o parzialmente.
Il paziente a cui viene fatta una diagnosi di tumore, segue un percorso che passa attraverso sei fasi.
1. fase del dubbio: dai sintomi alla diagnosi. Si presentano reazioni di ansia da cui il soggetto si difende attivando meccanismi di difesa tra i quali la negazione dei sintomi;
2. fase diagnostica: il momento di shock;
3. fase terapeutica/di ospedalizzazione: il paziente vive un momento di perdita della sua identità , identificandosi con gli altri pazienti si sviluppa l’angoscia. Ogni terapia, sia essa radioterapia o chemioterapia, ha conseguenze diverse sul paziente e differenti effetti collaterali (quali il vomito);
4. fase di reazione: durante questo periodo il paziente avverte maggiormente il proprio ruolo di malato, magari in seguito ad una operazione crede in una possibile guarigione;
5. fase della remissione: ci sono miglioramenti grazie alla terapia, ma il paziente può sentirsi abbandonato, non adeguatamente seguito;
6. fase della ripresa della malattia: che può indurre forme gravi ed acute di depressione.
Il modello a cinque fasi della Kubler-Ross, rappresenta uno strumento che aiuta ad analizzare le dinamiche psicologiche presenti all’interno del malato oncologico. È un modello a fasi, non stadi, per cui non è detto che il paziente segue l’ordine preciso delle fasi, esse possono alternarsi, ripresentarsi in seguito o sovrapporsi. Esse sono le seguenti :
1. Fase della negazione o del rifiuto, in cui il paziente cerca di accettare la verità della diagnosi, chiedendo spesso al medico conferme sulla presenza del cancro. Tale rifiuto lo aiuta a difendersi dalla paura di morire e dall’ansia.
2. Fase della rabbia, in cui il paziente si chiede il perché della malattia presente; questa fase potrebbe rappresentare la prima richiesta d’aiuto del malato.
3. Fase del patteggiamento, in cui il soggetto inizia a reagire, chiedendosi cosa può fare per aiutarsi, egli riprende il controllo della propria vita.
4. Fase della depressione, essa si presenta con frequenza, in cui il paziente inizia ad avvertire la consapevolezza della perdita; è possibile distinguere la depressione reattiva, come presa di coscienza di cambiamenti fisici, corporei, proprio potere decisionale e rapporti sociali, mentre per depressione preparatoria si intende l’anticipazione di ciò che sta per avvenire.
5. Fase dell’accettazione, in cui il malato si rassegna, in seguito ad una elaborazione al proprio stato di malato; il paziente si allontana, si rinchiude in se stesso e comunica poco.
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Problematiche psicopatologiche in oncologia: cenni epidemiologici sulla depressione
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Informazioni tesi
Autore: | Cristina Falconetti |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Massimo Di Giannantonio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 153 |
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