"Ci vorrebbe un amico". La relazione interpersonale come strumento terapeutico e riabilitativo in psichiatria
La comunicazione anomala
La difficoltà che ogni essere umano ha nel rendersi conto che all’origine di ogni comportamento, azione o gesto, e, quindi, comunicazione, vi è un processo di pensiero che può anche non essere conscio (per lo meno in un primo momento), aumenta notevolmente nei casi in cui la patologia comprometta la salute psichica. Dunque la maggior problematica osservabile è rappresentata dalla discrepanza tra comunicazione e metacomunicazione, tra conscio e inconscio, tra consapevolezza e non consapevolezza dei propri comportamenti, delle proprie comunicazioni e relazioni con gli altri: tanto maggiore è la discrepanza tra comunicazione e metacomunicazione tanto più questa risulta malata ed inficia la relazione che la sostiene, in un rapporto di causa ed effetto circolare e difficile da determinare.
Si prenda, per esempio il caso della profezia che si autodetermina, in cui una persona, convinta preventivamente che altri avranno nei suoi confronti un atteggiamento di ostilità, mette in atto inconsapevolmente tutta una serie di comportamenti che faranno si che gli atteggiamenti ipotizzati vengano effettivamente adottati dagli altri, confermando così la propria convinzione.
Ecco che, a questo punto possono venire in aiuto, a chi si occupa di osservare i termini entro cui si sviluppa qualsiasi tipo di relazione, alcuni degli elementi riscontrabili nei precedenti assiomi della comunicazione. Ci si soffermi a considerare i successivi esempi, ognuno dei quali è riferito ad uno specifico assioma:
-lo studio del modo di porsi in simmetria o in condizione di superiorità potrebbe indicare eventuali ansie o tensioni nei confronti della persona con cui si relaziona;
-il linguaggio non verbale, fornisce tutta una serie di importanti indicatori su stati emotivi non espressi verbalmente come ansia, agitazione, tristezza, ecc.;
-la punteggiatura utilizzata nell’articolare un concetto esplicita il modo di collegare gli avvenimenti in un rapporto causa-effetto;
-gli aspetti metacomunicativi che influiscono sulle relazioni e sulle situazioni, in cui le comunicazioni avvengono per la maggior parte in maniera non consapevole, possono far si che una persona, pur comunicando apparentemente in maniera superficiale, risulti irritata e infastidita dall’altro, senza spiegarsi il perché;
-la scelta di non comunicare delucida un particolare stato d’animo.
Ovviamente non si vogliono tracciare linee guida o rapporti specifici tra comunicazione anomala e studio della relazione, ma solo chiarire come dall’attenzione verso determinati atteggiamenti relazionali si possano trarre interessanti spunti di riflessione sulla dimensione psichica di colui con il quale si comunica, in considerazione del fatto che la relazione appare come un sistema dove i comportamenti sono circolari: non è sempre possibile stabilire quale è la causa e quale l’effetto, cosa viene prima e cosa viene dopo, chi influenza che cosa.
Questo brano è tratto dalla tesi:
"Ci vorrebbe un amico". La relazione interpersonale come strumento terapeutico e riabilitativo in psichiatria
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Informazioni tesi
Autore: | Daniele D'ursi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Tecnica Riabilitazione Psichiatrica |
Relatore: | Rocco Luigi Picci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 169 |
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