La centralità del discente nella relazione educativa

La componente emotiva è fondamentale all'interno della relazione educativa che deve basarsi sulla stima, sull'accettazione totale e incondizionata e su un'aspettativa positiva nei confronti dell'alunno. Occorre pertanto saper conoscere e riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri affinchè l'incontro sia un vero proprio contatto d'anime.

Daniel Goleman, famoso psicologo americano, parlava di "intelligenza emotiva" per indicare la capacità che ogni essere umano ha di mettersi nei panni dell'altro e di riconoscersi nel suo prossimo attraverso le emozioni. Senza empatia da parte del docente non può esserci alcuna relazione autentica e l'intero processo educativo viene compromesso.

Bisogna, quindi tenere sempre a mente che qualsiasi tipo di apprendimento coinvolge sia l'aspetto cognitivo che quello affettivo e che queste due dimensioni sono inseparabili all'interno di un intervento pedagogico efficace.

Della stessa idea era anche lo psicologo dell'educazione Benjamin Bloom che, nei suoi studi, evidenziò il legame che c'è tra affettività, motivazione e apprendimento, e come le emozioni e l'affettività incidessero notevolmente nei processi cognitivi e sulla motivazione dell'apprendente. Le variabili affettive hanno un peso centrale nei processi di conoscenza, comprensione e socializzazione che si realizzano a scuola.

La risonanza emotiva, pertanto, può essere uno strumento indispensabile di conoscenza da parte dell'insegnante e può incidere notevolemnte sull'agire didattico poichè, come dice C. Rogers, la scuola non è solo il luogo dove si impara, ma è anche l'ambiente in cui dobbiamo far entrare le nostre emozioni e il nostro vissuto; la capacità di ascolto attivo, di comprensione delle dinamiche di gruppo e la disponibilità a mettersi in gioco devono essere tra le competenze principali del docente.

Nel rapporto con l'alunno, il docente deve porsi in modo aperto, mostrarsi e mettersi in gioco come essere umano, stimolando il ragazzo a fare lo stesso, senza perdere la sua autorevolezza e senza cadere in atteggiamenti troppo permissivi che portano allo scarso rispetto delle regole e degli impegni della classe. Occorre che ci sia un giusto equilibrio tra la comprensione e l'accetazione dei bisogni dell'altro ed il sapersi porre come guida efficace e degna di rispetto, è pertanto fondamentale lavorare sulle competenze emotivo-relazionali, allo scopo di promuovere un comportamento libero dai pregiudizi e dalle convinzioni limitanti senza, però, diventare passivi nell'accettazione incondizionata del punto di vista del ragazzo, chiudendosi e rinunciando a cercare sempre e comunque un confronto ed uno scambio dialogico. [...]