L'economia afghana a seguito dell'intervento delle forze militari internazionali
La coltivazione di oppio in Afghanistan
Nel 2001, prima dell’intervento degli Stati Uniti, la produzione di oppio tocca il minimo degli ultimi 50 anni. Fino al 1998 la produzione si era attestata sulle 2.500 tonnellate annue. Nel 1999 la superficie coltivata a papavero raggiunge i 90.000 ettari, con una produzione di 4.581 tonnellate di oppio. Data l’enorme quantità prodotta, il prezzo della droga sul mercato internazionale crolla. Il Mullah Omar, leader dei talebani, emana allora una fatwa con cui proibisce la sua coltivazione, ma non il commercio.
L’Afghanistan continua così a gestire il traffico internazionale di oppio grazie alle ingenti eccedenze accumulate, facendo rialzare il prezzo della droga. Con la caduta del regime talebano nell’autunno del 2001, da un lato i contadini riprendono a coltivare oppio su vasta scala, dall’altro i signori della guerra30 estendono ancora di più il loro controllo su questo elemento strategico della politica e dell’economia afghana. Nel gennaio del 2002, il governo di transizione di Hamid Karzai vieta la coltivazione dell’oppio, ma il divieto rimane lettera morta. Il traffico è talmente lucrativo (circa 1,5 miliardi di dollari) che non si limita a coinvolgere il tradizionale triangolo produttore-trafficante-consumatore, ma genera un sistema di corruzione e connivenze che dalle più basse autorità locali, passando per le forze di polizia, arriva sino alle più alte cariche dello Stato.
La produzione continua a crescere nel 2003 e nel 2004, fino ad arrivare a produrre introiti per 2,8 miliardi di dollari all’anno. La produzione è così elevata, da far calare il prezzo della droga. Nel 2005 si registra una leggera flessione dell’incidenza del mercato dell’oppio sul PIL, diminuendo dal 62 % al 51 % con un calo della produzione da 131.000 ettari a 104.000. Il mercato dell’oppio continua comunque a fruttare 2,7 miliardi di dollari all’anno31. Nel 2006 e nel 2007 la produzione cresce di nuovo fino a sfiorare i 200.000 ettari coltivati. La domanda di eroina a livello mondiale (stimata attorno alle 4500 tonnellate) viene ampiamente superata.
Nel 2008 la produzione scende del 21 % grazie alla contingenza di diversi fattori. In primis incide il tempo non favorevole, ma anche il miglioramento delle condizioni di sicurezza ed un nuovo approccio di lotta al narcotraffico utilizzato dalle forze ISAF che inizia a dare i primi risultati. Nel 2009 l’estensione delle coltivazioni da oppio continua a diminuire, ma nel 2010 e nel 2011 cresce nuovamente, come mostrato dal grafico, indice della difficoltà nel contrastare la produzione di una tipologia di piantagione così radicata nella cultura del Paese.
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L'economia afghana a seguito dell'intervento delle forze militari internazionali
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Informazioni tesi
Autore: | Alessio Iannucci |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Interfacoltà in Scienze Strategiche |
Corso: | Economia Politica II |
Relatore: | Daniele Ciravegna |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 33 |
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