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Coesione sociale e democrazia liberale. Radici filosofiche, crisi contemporanea e nuove soluzioni.

La coesione totalitaria: ''simpatia'' del terrore

L'analisi della filosofa tedesca va ben oltre rispetto a quanto descritto fino ad ora, attraverso la tematizzazione di ulteriori aspetti storici, antropologici e politici (tra questi l'imperialismo, l'antisemitismo, la crisi economica, ecc.) che, coagulandosi, avrebbero determinato l'insorgere del nazismo, ma ci bastano le considerazioni espresse sopra per trarre alcune valutazioni in merito all'idea di coesione sociale. Quest'ultima, della quale ho cercato di mostrare come Hume sia un intelligente ed accorto precursore, con il fenomeno totalitario si capovolge dialetticamente nel suo opposto, insieme al principio democratico stesso. La compattezza sociale che il totalitarismo persegue, e su cui si sviluppa, è una unità orizzontalmente arelazionale, dove l'indistinzione ed il conformismo si basano sull'inesistenza di un tessuto sociale e civile compiutamente realizzato e perciò sull'incapacità di condividere consapevolmente, e "di concerto" (direbbe Arendt), un libero percorso di azione comune tale da attribuire un significato alle individualità nel loro reciproco interagire. L'uguaglianza cui si dà luogo non è frutto di un confronto basato sull'equa considerazione degli individui, ma è conformismo estremo, uniformità totale tramite la volontaria sottomissione degli individui atomizzati all'unico punto di riferimento (il capo) capace, nel deserto relazionale creato, di indicare una direzione (o meglio, un movimento), seppure la più nefasta.
In questo senso, risulta possibile, rifacendosi ancora alla teoria humeana, ricavare alcuni spunti interpretativi del fenomeno richiamando la teoria del punto di vista dell’"osservatore giudizioso". Al fine di prendere decisioni che tengano davvero in considerazione il benessere generale degli individui, Hume fa riferimento alla necessità di porsi dal punto di vista degli interessi dell’"altro", utilizzando lo strumento razionale per effettuare le scelte obiettivamente migliori. Condizione necessaria affinché questo punto di vista venga adottato è la presenza di un sentimento comune in base al quale la ragione strumentale possa operare. Si tratta della simpatia verso il benessere generale che, come visto, è una componente fondamentale della natura umana, anche se non sempre in grado di prevalere come fattore motivante la scelta morale. Nelle condizioni arendtiane in cui il totalitarismo si sviluppa, vi è una passione, il terrore che, come visto sopra, funge da principio. Il terrore, in questo senso, è la passione umana, la componente psicologica che sostiene l'azione e l'esistenza stessa di un siffatto regime. Grazie al terrore il regime può applicare l'ideologia. Con Arendt, possiamo considerare quest'ultima come la realizzazione di un ragionamento strumentale perfettamente coerente, ma dai contenuti fittizi. L'ideologia, infatti
è la logica di un'idea. La sua materia è la storia a cui l' idea è applicata, il risultato di tale applicazione non è un complesso di affermazioni su qualcosa che è, bensì lo svolgimento di un processo che muta di continuo. L'ideologia tratta il corso degli avvenimenti come se seguisse la stessa legge dell'esposizione logica della sua idea. Essa pretende di conoscere i misteri dell'intero processo storico - i segreti del passato, l'intrico del presente, le incertezze del futuro - in virtù della logica inerente alla sua idea.
Essendo il terrore la condizione di realizzazione dell'ideologia, possiamo immaginare quest'ultima, sulla scorta della teoria morale di Hume, come un calcolo frutto della razionalità che trova il proprio fondamento nella passione del terrore, da cui il ragionamento stesso è mosso. Mai come in questo caso si realizzerebbe la schiavitù humeana della ragione rispetto alle passioni, alla passione totalitaria del terrore. Potremmo quindi interpretare il rapporto ideologia-terrore come una perversione del rapporto humeano ragione-passione. Anziché attraverso il meccanismo della simpatia (trasformata in senso morale), la ragione si troverebbe ad operare secondo un criterio completamente diverso, come logica del terrore totalitario. [...]

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Coesione sociale e democrazia liberale. Radici filosofiche, crisi contemporanea e nuove soluzioni.

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Informazioni tesi

  Autore: Eris Gianella
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze Filosofiche
  Relatore: Domenico Felice
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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