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Analisi ingegneristica dei Moduli Abitativi Provvisori: il sisma de L'Aquila del 6 Aprile 2009

La classificazione sismica in Italia

Le mappe di pericolosità sismica costituiscono uno strumento essenziale per la messa a punto di strategie atte alla riduzione dei danni attesi in occasione di futuri eventi sismici. Queste carte hanno lo scopo di identificare, sulla base di approcci di tipo deterministico basati sull'analisi delle informazioni disponibili, dei valori ragionevoli del massimo scuotimento sismico nelle diverse parti del territorio.
Dato che esprimono lo stato delle conoscenze in un dato momento, esse vanno periodicamente aggiornate per tenere conto dei progressi apportati alle conoscenze di base sui processi sismogenici nell'area di studio. In Italia negli ultimi dieci anni questi aggiornamenti hanno portato ad una successione numerosa di mappe di pericolosità sismica. Nessuna di queste versioni però, può garantire il valore intrinseco della mappa come strumento di previsione della sismicità futura, considerato che sono il frutto di una serie di modelli concettuali che non subiscono modifiche ma solo una nuova parametrizzazione. Ciascuna mappa viene quindi ritenuta migliore rispetto alla precedente, dato che risultano più aggiornati i parametri che la caratterizzano, mentre rimane in ombra la necessità di valutare su base empirica la qualità complessiva delle “previsioni” fornite da ciascuna mappa.
A questo scopo, l'azione dello Stato si è concentrata sulla classificazione del territorio, in base all'intensità e frequenza dei terremoti del passato, e sull'applicazione di speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche. La legislazione antisismica italiana prescrive norme tecniche in base alle quali un edificio debba sopportare senza gravi danni i terremoti meno forti e senza crollare in occasione di terremoti più forti, salvaguardando prima di tutto le vite umane.
Sino al 2003 il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa severità. I Decreti Ministeriali emanati dal Ministero dei Lavori Pubblici tra il 1981 ed il 1984 non classificavano interamente l'intero territorio così che, nel 2003, sono stati emanati nuovi criteri di classificazione, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull'analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo (Cfr. par. 1.5). Dunque il 20/03/2003 è stata pubblicata l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274, che ha sostanzialmente introdotto la quarta zona, eliminando quella non classificata (v. tab. 2 e 3).
L'attuazione di tale Ordinanza ha portato i tecnici professionisti a progettare e realizzare costruzioni nuove, più sicure ed aperte all'uso di tecnologie innovative. Dal 1 luglio 2009, data di entrata in vigore delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (N.T.C. 2008), per ogni costruzione è obbligatorio riferirsi ad una accelerazione di riferimento individuata sulla base delle coordinate geografiche dell'area di progetto e in funzione della vita nominale dell'opera.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi ingegneristica dei Moduli Abitativi Provvisori: il sisma de L'Aquila del 6 Aprile 2009

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Bagnoli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Matteo Martini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 178

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6 aprile 2009
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