La donna nel teatro di danza di Pina Bausch

La storia delle donne, nata per contrastare l'epistemologia classica della storia, che attribuiva al soggetto maschile caratteri di universalità, da una parte accumulava ricerche allo scopo di colmare il vuoto che le donne avevano lasciato nella storia, in quanto private di visibilità dal potere patriarcale; dall'altra non cessava di porsi il problema della creazione di paradigmi nuovi, capaci di rifondare tutta la disciplina tenendo conto della connotazione sessuale dei soggetti, e mostrando la capacità dei poteri patriarcali di disporli in gerarchie asimmetriche attraverso le pratiche sociali e culturali.
Nel 1974 la statunitense Gayle Rubin pubblica un saggio dal titolo Lo scambio delle donne. Note sulla "economia politica" del sesso, nel quale precisa la necessità, nel nuovo pensiero femminista, di concetti e termini più fedeli ed adeguati al dibattito teorico.
Rubin ritiene che la coppia concettuale più adeguata sia la categoria di sesso e genere (gender nella lingua anglo-americana), nella quale il termine sesso indica le caratteristiche fisiche, anatomiche dell'uomo e della donna, cioè la differenza naturale; mentre, il termine genere indica una differenza prodotta dalla storia, dall'organizzazione sociale dei ruoli maschili (superiore, dominante) e femminile (inferiore, dominata).
Quindi, il genere si riferisce alla costruzione sociale dell'appartenenza ad un sesso (maschio o femmina), ovvero al processo attraverso cui la diversità sessuale biologica si trasforma in diversità sociale.
Dunque, il genere opera come una categoria ordinatrice e organizzatrice delle relazioni sociali, per indicare la maniera in cui la mascolinità e la femminilità sono concepite, ovvero come "categorie socialmente costruite".