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Interventi riabilitativi sui disturbi del comportamento attraverso le arti marziali: la capoeria una possibile risorsa

La capoeira come possibile risorsa

La capoeira è un’arte marziale di gioco/danza/lotta orientata a promuovere l’integrazione fisica, emotiva, relazionale, affettiva e psicosociale dell’individuo. I suoi fondamenti storici risalgono all’epoca della colonizzazione avvenuta in Africa nel periodo dal XVI al XVIII secolo, quando tale disciplina è nata come atto di libertà ribelle degli schiavi afro-brasiliani. Successivamente essa si è configurata come arte marziale riconosciuta in tutto il mondo, e dal 2014 fa parte del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Essa promuove le tematiche del rispetto fra tutti gli individui, senza distinzione di razza, religione o sesso, e il valore della fratellanza e dell’aiuto reciproco (Barbàra, 2006). La pratica di questa disciplina consente trasformazioni profonde coinvolgendo l’individuo in tutta la sua interezza; difatti lui vive esperienze ricche di emozioni, ed esprime i propri vissuti nel dialogo non-verbale che si crea col compagno nel “gioco”, ovvero la lotta intrapresa tra i due capoeiristi all’interno della roda (un cerchio di circa due metri e mezzo di raggio, formato dai partecipanti e accompagnato dalla musica degli strumenti), trasformandola in uno “spazio come relazione”. Inoltre, consente la possibilità di accedere alla dimensione ludica della disciplina mantenendo il suo aspetto formativo. La corporeità nella capoeira si pone come mezzo espressivo/comunicativo modulante il funzionamento psichico, traendone giovamento per riuscire ad esprimere le emozioni, facilitando in tal modo il percorso di conoscenza di sé e degli altri. Un percorso di Capoeira coinvolge quindi più dimensioni: psicologica, emozionale, immaginativa, creativa, relazionale, espressiva e comunicativa.
Attraverso la Capoeira l’individuo implementa la sua “intelligenza emotiva” (Salovey & Mayer, 1990), cioè la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, di motivare sé stesso, di gestire positivamente le proprie emozioni.

Le aree psichiche per le quali la Capoeira è una risorsa sono:
- l’area cognitiva, poiché con la Capoeira è possibile migliorare lo schema corporeo, l’apprendimento di concetti e l’uso di simboli;
- l’area emotiva, poiché la Capoeira incrementa la capacità di comprendere ed esprimere le proprie emozioni, sostenendo il superamento di paure e migliorando l’autostima;
- l’area relazionale, ove la Capoeira migliora l’abilità di modulare gli scambi personali, di coppia e gruppali, e diminuisce le forme di comportamento relazionalmente disadattive;
- l’area psicomotoria, poiché la Capoeira migliora l’orientamento spaziale e la coordinazione motoria, sia per la peculiarità delle sue specifiche prassi che per il modo generale di praticarla.

La Capoeira quindi sollecita e sviluppa:
* il coinvolgimento della persona nella sua unitarietà psicocorporea, e la conseguente integrazione del Sé;
* il contatto e l’intimità in tempi brevi, con sé stessi e con gli altri;
* un coinvolgimento emotivo intenso e immediato;
* la messa in gioco di sé a livello pluridimensionale e la scoperta di fiducia primaria;
* l’esplorazione, la sperimentazione e la creatività in relazione a sé ed alle proprie potenzialità espressive;
* apprendimenti rapidi, connessi al coinvolgimento parallelo del piano motorio, psicoemotivo e corporeo;
* l’attenzione alla comunicazione non analogica e non verbale;
* le capacità di ascolto di sé e dell’altro;
* un elevato coinvolgimento della dimensione relazionale ed affettiva;

L’individuo, attraverso la pratica della capoeira, riesce, quindi, ad arrivare a una conoscenza profonda delle proprie emozioni provate, arrivando a modularle e a esprimerle. Questo modo di sentire e concepire le emozioni nella Capoeira agisce in modo che la conoscenza di sé e dell’alterità sia dinamica e includa il corpo, mediante il quale l’individuo può relazionarsi col mondo circostante.
Grazie anche alla presenza della musica, questo momento di conoscenza acquista maggiore intensità e maggiore coinvolgimento: tramite la musica ogni Capoeirista riesce a concentrarsi su emozioni, sensazioni e vissuti, ed attraverso le tecniche della Capoeira prova ad esprimere tutto ciò.
L’ambiente che troviamo all’interno della disciplina (Coopersmith, 1967) è caratterizzato, quindi, da un’atmosfera calda e solidale, in cui vengono stabiliti degli obiettivi chiari e raggiungibili, fornendo una maggiore autonomia, e inoltre, come già detto, promuove il rispetto verso gli altri (Boneco, 2002).
Questo ambiente sociale influenza l’autoefficacia, l’apprezzamento per la diversità e la comprensione delle altre persone (Capoeira di San Jose, 2003). Essa diventa un modello di arte marziale/clinica, capace di promuove la sensibilità culturale verso i più emarginati, la partecipazione collettiva, l’autoefficacia e una percezione positiva delle proprie capacità personali.
Questi concetti sono simili ai principi di autoefficacia di Bandura (1997, 1986), il quale affermava che le persone hanno bisogno di un funzionamento positivo nella società e che un ambiente reattivo e flessibile produce un alto senso di auto-efficacia, promuove il benessere e offre ricche opportunità educative.
All’interno di questo contesto, si vengono a creare delle interazioni prosociali ricollegabili al concetto di Bandura (1986), e cioè il determinismo reciproco, che sottolinea l’interazione triadica tra l’ambiente, i fattori interpersonali e il comportamento. Grazie a questo determinismo reciproco, la capoeira può provvedere ai meccanismi di socializzazione e al legame prosociale. Attraverso queste interazioni prosociali tra le persone, e i modelli di ruolo positivi, possono verificarsi dei cambiamenti comportamentali positivi (Barbàra, 2006). In più, la filosofia della capoeira aiuta l’individuo a non lasciarsi sopraffare dalla rabbia e a lasciarsi condurre dall’aggressività, ma a controllarla e modularla. L’approccio positivo della capoeira permette una costruzione ottimale del benessere e dell’autoefficacia. Gli istruttori, in questa disciplina, hanno la grande responsabilità di tutoraggio, poiché il loro comportamento influenzerà le azioni, le credenze e i pensieri degli studenti. Questa forma di apprendimento porterà all’aumento dell’autostima, ridurrà il comportamento aggressivo e abbasserà i livelli di ansia. E come affermavano Weisz, Sandler, Durlak e Anton (2005), fornendo degli sbocchi fisici sicuri, l’energia aggressiva si esaurirà naturalmente, e la rabbia si esprimerà in un linguaggio che fornirà un senso di equilibrio fisico ed emotivo all’individuo.
Concludendo, si può quindi pensare di integrare la Capoeira al percorso clinico riabilitativo per i bambini con disturbi del comportamento poiché, riassumendo, fornisce a loro degli approcci non violenti che rafforzano la determinazione, l’orientamento verso degli obiettivi, i legami prosociali, il riconoscimento e modellazione delle emozioni proprie e altrui, l’apprendimento prosociale, e di conseguenza una riduzione dei comportamenti aggressivi.

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Interventi riabilitativi sui disturbi del comportamento attraverso le arti marziali: la capoeria una possibile risorsa

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Informazioni tesi

  Autore: Giovanni Riccobono
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Psicologia Clinica e Neuropsicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Vincenza Tarantino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 56

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