Skip to content

Perspective-taking e ingroup overexclusion effect: analisi di una possibile relazione

La capacità di mettersi nei panni dell’altro: il perspective-taking

L’abilità di perspective-taking è definibile come la capacità di mettere sé stessi nei panni altrui, al fine di poterne comprendere percezioni e sentimenti, pensieri e comportamenti, e così da regolare di conseguenza le proprie azioni.

Adottare la prospettiva di un'altra persona infatti, implica molto più che il semplice focalizzare l’attenzione sull'altro. Implica immaginare come quella persona sia influenzata dalla sua situazione senza confondere tra i propri sentimenti ed i sentimenti vissuti dall'altro (Davis, 1996). È questa capacità di discernere i pensieri e le sensazioni di altre persone che consente la costruzione del significato sociale e di derivare delle teorie implicite su ciò che l'altro conosce, sente, pensa e crede (Kraus e Fussell, 1996).

Attraverso questa abilità socio-cognitiva è possibile inferire le motivazioni che guidano i gesti e le azioni degli altri, e ciò permette di dare senso al mondo circostante (Carpendale e Lewis, 2006; Moll e Meltzoff, 2011; Sullivan, Bennett, Carpenter e Lewis, 2008).

In quanto abilità di comprensione sociale, la possibilità di assumere la prospettiva degli altri, riveste un ruolo adattivo di fondamentale importanza sia per lo sviluppo intellettivo ma anche per la formazione di adeguate capacità relazionali e sociali (Epley, Morewedge e Keysar, 2004; Jenkins e Astington, 2000; Weil, Hayes e Capurro, 2011).

Infatti, questa capacità permette agli individui di essere partner sociali competenti all’interno delle relazioni, favorendo la comprensione delle esperienze interpersonali e permettendo di interpretare il comportamento altrui, prevedendone anche le azioni successive.

Il perspective-taking consente inoltre di essere competenti dal punto di vista comunicativo, ovvero di essere in grado di attribuire un significato alla comunicazione, che oltrepassi il contenuto letterale, per cogliere il significato intenzionale dell’atto linguistico (Anolli, 2004).

L'implementazione di strategie collaborative che integrino efficacemente le diverse prospettive, ridimensionando l’importanza di alcuni propri bisogni nello sforzo di risolvere i conflitti sociali, è un'importante abilità sociale in quanto è correlata allo sviluppo della vicinanza nelle relazioni e ai comportamenti prosociali (Menna e Cohen, 1997).

Multidimensionalità e meccanismi coinvolti nel perspective-taking

Sulla base di studi condotti da vari autori, è possibile concettualizzare il perspective-taking come abilità multicomponenziale (Abrahams, 1979; Bonino, Lo Coco e Tani, 1998; Fireman e Kose, 2010). Questa caratteristica è costituita in particolare da tre componenti: cognitiva, percettiva ed emotiva. La caratteristica comune alle tre dimensioni è la possibilità di uscire dalla propria posizione egocentrica per assumere un punto di vista differente.

Il perspective taking percettivo indica la capacità di fare inferenze su come un elemento esterno si presenti ad una persona che occupa una posizione nello spazio diversa dalla propria (Moll e Meltzoff, 2011; Moll e Tomasello, 2006; Vogeley e Fink, 2003); il perspective taking cognitivo si riferisce alla capacità di inferire pensieri, motivazioni ed intenzioni agli altri (Baron-Cohen, 2001; Eisenberg, Zhou, e Koller, 2001) ed infine, il perspective-taking emotivo rappresenta la capacità di comprendere gli stati emotivi altrui, in particolare quando questi differiscono dai propri, e si ritiene essere strettamente collegato con l’empatia (Bonino et al., 1998; Fireman e Kose, 2010; Harwood e Farrar, 2006; Hinnant e O’Brien, 2007).

Assumere la prospettiva altrui è un processo complesso che sembra implicare una serie di fasi ed abilità diverse.

Secondo l’analisi di Davis (2005) la maggior parte degli studi empirici ha concettualizzato il perspective-taking come una modalità attraverso la quale analizzare altri fenomeni (sviluppo cognitivo, linguistico, sociale, processi empatici e gesti di altruismo), ma quando il perspective-taking viene posto come oggetto di indagine, slegato da altri costrutti, ne emerge che lo sforzo di porsi nella prospettiva dell’altro implica quattro elementi costitutivi: lo scopo del processo di decentramento, le fonti utilizzate per carpire la prospettiva dell’altro, i processi implicati ed i risultati ottenuti. Per esempio, si potrebbe voler assumere la prospettiva dell’altro al fine di comprenderne i pensieri e le emozioni oppure anche per comprenderne gli obiettivi e le intenzioni al di là della specifica situazione.

Il fatto che questo processo implichi il coinvolgimento di stati interni e soggettivi, per la maggior parte invisibili a colui che osserva, rende necessario dover attingere a differenti fonti di informazione per riuscire a coglierli ed elaborarli; lo stesso autore (Davis, 2005) individua tre categorie informative.

Nella maggior parte dei casi, il maggior numero di informazioni viene fornito dall’individuo stesso, attraverso le sue espressioni facciali, la voce, la postura e le sue azioni. Altri elementi possono derivare dall’ambiente, fisico e sociale, della persona osservata ed infine è l’osservatore stesso a poter fare appello alle proprie esperienze pregresse, sperimentate con l’altro o vissute in situazioni simili, o ancora appellandosi alla conoscenza in suo possesso circa le categorie sociali a cui il soggetto osservato appartiene. Le informazioni così ottenute vengono elaborate attraverso differenti processi.

Alcune capacità che sembrano essere importanti per questo scopo sono la memoria di lavoro, ossia essere in grado di tenere a mente ciò che sta accadendo e le informazioni a cui l'altra persona ha accesso, e le abilità di autoregolamentazione.

Al fine di decodificare gli stati mentali che sottendono alle azioni dell’altro, è inoltre necessario determinare se il comportamento espresso è intenzionale o meno. Questo è particolarmente importante nelle interazioni perché il modo in cui si risponde alle azioni di qualcuno dipende dalla percezione che si ha circa la volontà dell’altro di ottenere certi risultati o raggiungere determinati obiettivi.

Come si è visto, le attribuzioni di intenzionalità non solo dettano il modo in cui le persone rispondono alle azioni altrui e determinano come tali azioni vengono interpretate e ricordate (Malle & Knobe, 1997; Zadny & Gerard, 1974; per una recensione vedi Baldwin & Baird, 2001), ma possono veicolare anche credenze stereotipiche e pregiudizi.

Al fine di interpretare e attribuire un’intenzionalità (Malle, 1999; Malle, Moses, & Baldwin, 2001) ai gesti e alle manifestazioni dei diversi attori sociali, non sorprende che il cervello umano abbia sviluppato un sistema specializzato per rilevare i segnali di attenzione negli altri.

Questi circuiti, che coinvolgono il solco temporale superiore (STS; Hoffman & Haxby, 2000; Puce, Allison, Bentin, Gore e McCarthy, 1998, vedi Langton et al., 2000), elaborano la direzione dell'attenzione negli altri e consentono di attribuire significato a sottili cambiamenti nella direzione della testa, dello sguardo e della postura (si veda Langton et al., 2000), si desume per apprendere in fretta se l’altro costituisce un elemento innocuo o una potenziale minaccia.

Questi meccanismi deputati a determinare l'intento referenziale dell’altro (vedi Jellema, Baker, Wicker, & Perrett, 2000, Perret et al., 1989, 1992; Wachsmuth, Oram, & Perrett, 1994) sono piuttosto sofisticati e sembrano essere sensibili non solo alle proprietà fisiche dei volti e degli occhi in particolare, ma al significato che trasmettono (ad esempio, il significato sociale trasmesso dal contatto oculare).

La capacità di riconoscere e considerare differenze nella prospettiva, l’intenzionalità e i significati legati alle azioni altrui, emergono, se pur in maniera rudimentale, molto precocemente nei bambini (vedi Baron-Cohen, 1994, 1995).

Selman (2003) ha sostenuto che la capacità di comprendere e coordinare la propria prospettiva con quella di un'altra persona è una determinante fondamentale dello sviluppo morale e sociale nei bambini e a sostegno di questa affermazione, è stato dimostrato che le abilità percettive, affettive e cognitive nell'assumere la prospettiva altrui sono correlate positivamente al comportamento prosociale nella popolazione generale (Underwood e Moore 1982).

Per comprendere il comportamento degli altri e interagire efficacemente con loro - per prevedere come potrebbero reagire a qualcosa che viene detto, per esempio - bisogna affacciarsi alla visione di ciò in cui credono, pensano e sentono al fine di integrare e capire come questi stati mentali si relazionano al comportamento.

Poiché il mondo sociale con la sua complessità può sommerge di informazioni, veicolare la concentrazione e riconoscere i pensieri, i sentimenti e le sensazioni delle altre persone può richiedere uno sforzo per il quale occorre essere motivati, se si è intenzionati a prendere in considerazione la prospettiva di qualcun’altro (Gehlbach, Brinkworth e Wang, 2012).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Perspective-taking e ingroup overexclusion effect: analisi di una possibile relazione

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Eva Della Rocca
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Andrea Carnaghi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

psicologia sociale
empatia
pregiudizio
gruppi
bias
altruismo
ingroup
outgroup
perspective-taking
ingroup overexclusion effect

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi