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Il Dibattito su sistema finanziario, politica imperiale e colonialismo inglese, 1870 – 1914

La Banca d’Inghilterra ed il suo ruolo

Il bank act del 1844 riformò quella che era considerata un residuo delle istituzioni della old corruption, cercando di modernizzarne le funzioni.
Quello che ne risultò era un istituto che per certi versi aveva dei caratteri di moderna banca centrale. Fu istituito al suo interno un Issue Department che aveva la prerogativa dell’emissione di moneta, rigidamente regolato, però, per rispettare il gold standard.
Al contempo le funzioni di banca commerciale furono assegnate al Banking Department. Tuttavia, affermano Cain e Hopkins, questa regolamentazione originava da un principio la cui considerazione della moneta era troppo ristretta.
Infatti, ignorava l’effetto sull’offerta di moneta dello sviluppo degli assegni bancari.
Perciò anche il Banking Department, attraverso le sue attività, aveva una forte influenza sull’offerta di moneta, così come sul mercato dell’oro e sui tassi di interesse.
La principale funzione della Banca d’Inghilterra era comunque la difesa del gold standard. Come indicano Cain e Hopkins, il sistema in teoria funzionava automaticamente ma la Banca d’Inghilterra non aveva abbastanza riserve d’oro, ed inoltre essendo sostanzialmente volta al profitto, non aveva interesse a mantenerne.
Quindi se per caso si verificava una carenza di oro la Banca d’Inghilterra alzava il suo tasso di interesse in modo da creare una ritenzione del credito e deflazionare l’economia, così che la domanda di oro scendesse e riportasse l’equilibrio nel mercato.
Il gold standard fu messo in discussione tra gli anni ‘80 e ‘90, nel contesto della cosiddetta bimetallic controversy.
Il problema sorse quando al rallentamento dell’estrazione di oro si accompagnò un aumento in quella dell’argento. In questo modo il prezzo dell’argento scese relativamente al prezzo dell’oro e questo provocò la rivalutazione della sterlina nei confronti delle monete con base argentea. Questo fenomeno fu amplificato dal comportamento di alcuni stati che passarono da un sistema bimetallico o basato sull’argento, al sistema basato sull’oro.
La rivalutazione della sterlina creava molti problemi perché comprometteva le esportazioni in paesi col silver standard. D’altra parte questo, però, incrementava i rendimenti degli investimenti esteri. Da qui nacque un movimento a sostegno dell’introduzione di un sistema bi-metallico (oro e argento).
I sostenitori del sistema bimetallico indicavano come causa del calo dei prezzi l’aumento della domanda di oro, e pertanto chiedevano che venisse aumentata l’offerta di moneta mediante l’emissione di moneta basata sull’argento. Viceversa i difensori del gold standard individuavano le cause del calo dei prezzi nell’economia reale e sottolineavano il fatto che il commercio inglese aveva prosperato in quel sistema. Inoltre la loro preoccupazione era che si annullassero gli effetti benefici della rivalutazione della sterlina, e cioè la crescita dei ricavi finanziari e il miglioramento dello stile di vita che aveva portato il calo dei prezzi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Dibattito su sistema finanziario, politica imperiale e colonialismo inglese, 1870 – 1914

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Trenta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economiche
  Relatore: Giuseppe Berta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 38

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Parole chiave

impero inglese
imperialismo inglese
storia economica
colonialismo
impero britannico
imperialismo
sistema finanziario

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