Produzione agro-ecologica e sviluppo locale: il mercato del mais biologico di Vicente Guerrero in Messico.
La “Rivoluzione verde” degli anni ’60
In meno di cent’anni con la “Rivoluzione verde”, il sistema agricolo ha subito forti cambiamenti ispirati al paradigma produttivo capitalistico.
Tale “Rivoluzione”, iniziata a metà del secolo, segnò una rottura con le pratiche agricole tipiche delle realtà contadine, alle quali venne sostituito un modello di “agricoltura industriale” basata sull’irrigazione, la meccanizzazione, la diffusione di semi ibridi, fertilizzanti chimici e numerosi agrotossici.
Il processo venutosi a implementare prese il termine di “rivoluzione”, per “descrivere un vertiginoso boom della produttività agricola nel mondo in via di sviluppo tra il 1960 e il 1990”. In questi decenni si registrò una crescita del 100% del raccolto dei principali cereali (riso, grano e mais), sia nel continente asiatico che latinoamericano.
La “Rivoluzione verde”, nata grazie ai consistenti investimenti nella ricerca agricola effettuati dai governi dei paesi industrializzati e in via di sviluppo, si diede l’obiettivo di incrementare la produzione alimentare. Tale processo portò allo “sviluppo di colture ad alto rendimento e all’allevamento di razze più produttive”, oltre che a un balzo in avanti nella diffusione di prodotti agrochimici, come pesticidi e fertilizzanti.
Se inizialmente la rivoluzione venne vista come un successo senza precedenti, dagli anni ’90 ci si rese conto che si stava pagando pesantemente per l’impennata produttiva registratasi.
I costi dell’industrializzazione agricola sono individuabili:
- nella riduzione della biodiversità agricola. “La scelta dei contadini di piantare semenze “migliorate” e di allevare nuove razze di bestiame provocò l’abbandono e l’estinzione di molte varietà locali e tradizionali”;
- nella proliferazione delle monocolture intensive e meccanizzate in terreni pianeggianti e irrigati;
- nel degrado ambientale e nella minaccia alla salute umana, provocato dai pesticidi e dai prodotti chimici;
- nell’introduzione delle semenze ibride prive di polline e non riproducibili naturalmente;
- nella richiesta di una massiccia irrigazione, con il conseguente impoverimento delle risorse idriche mondiali;
- nella necessità da parte dei produttori di disporre di denaro, acqua e terre per sfruttare la spinta della “Rivoluzione verde”, provocando l’esclusione da tale processo di numerosi contadini poveri.
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Produzione agro-ecologica e sviluppo locale: il mercato del mais biologico di Vicente Guerrero in Messico.
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Informazioni tesi
Autore: | Marianna Guareschi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Cooperazione e sviluppo locale e internazionale |
Relatore: | Gilberto Antonelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 183 |
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