"L'umorismo" di Pirandello tra saggio e romanzo
L'Umorismo e Il fu Mattia Pascal
Il Fu Mattia Pascal è l'esempio dell'uomo cosiddetto “fuori di chiave”, colui che si trova al di fuori e dentro al tempo stesso della vita.
Per comprendere la vita bisogna estraniarsi, allontanarsi da questa, porsi ai margini per vedersi vivere, proprio come fa Mattia, osservando tutti gli uomini che non si rendono conto dell'inganno, della loro condizione di prigionia, tenuti in ostaggio dalla “macchinetta infernale umana” illusoria per eccellenza. Nei romanzi di Pirandello si mantiene in evidenza il mondo borghese e le sue contraddizioni, dove nella fiducia alla ragione viene sempre meno e le certezze fanno posto al caos.
Salvatore Zarcone afferma che: “Umoristica è la condizione di tutti gli uomini, divisi tra l'apparente concretezza del loro essere e del loro agire e la sua sostanziale vanità, nella distanza enorme tra le loro intenzioni particolari e il loro generale destino” (SZ p. 84).
Lo scrittore siciliano dà posto a questo particolare modo di sentire la vita, una disposizione d'animo che riesce a dare vita ad un processo che rende l'uomo un vulcano in eruzione pronto a scardinare tutto. Questo stato d'animo ovviamente sostiene Pirandello è un impulso che si può ritrovare in tutti i popoli di tutti i tempi, ma nell'epoca moderna sembra trovare il suo periodo migliore. Si tratta di uno stato d'animo che crea perplessità, la divisione tra ragione e sentimento come tra Oreste e Amleto, quest'ultimo che, nonostante rappresenti la modernità, non si può definire il personaggio umoristico Pirandelliano. Mattia Pascal è l'attualità. L'umorismo toglie tutti i veli e mette allo scoperto tutte le incrostazioni della retorica stravolge i canoni del romanzo tradizionale e pone al primo gradino l'importanza del fantastico con una particolare e precisa modalità di racconto: ciò è uno degli elementi principali nell'assetto narrativo del Fu Mattia Pascal. In questo personaggio si ritrova l'ingenuità del cosiddetto morto-vivo, la naturalezza che scompone, si sdoppia in l'altro sè, Adriano Meis, una dimensione maggiormente riflessiva e perplessa, culturalmente sopraffatta, vinto dalla realtà circostante, dalla vita, rispetto a Mattia che rimane nella sua dimensione incantata dove nulla può raggiungerlo. La novità che propone Pirandello è la doppia metamorfosi. Si passa da Mattia ad Adriano, questo con la consapevolezza di avere in sé una contraddizione. Un binomio quale potrebbe essere quello di Mattia-Oreste e Meis-Amleto, quest'ultimo vorrebbe vivere con leggerezza ma il ritorno alla vita non è possibile.
L'umorismo, che non si può definire solo forma d'arte, è soprattutto la completa descrizione del Fu Mattia Pascal, ciò avviene attraverso il saggio, che studia, esamina, analizza, scompone questo personaggio, che risulta essere il motore del saggio di Pirandello. Il fu Mattia Pascal è il narratore della storia che utilizza una posizione esterna per raccontare il disincanto di Mattia e la perplessità di Adriano, questi si pone all'esterno e racconta conscio di non aver scelta e solo ponendosi ai margini riesce a cogliere l'inganno della vita. Allo stesso modo Pirandello nel saggio L’umorismo si pone all'esterno, descrive il processo, con consapevolezza e rassegnazione. Lo scrittore è conscio dell'impossibilità di spiegare l'umorismo, dato il misero lume toccato ad ogni uomo, sarebbe quindi presunzione anche solo sperarci, e proprio qui si traccia la differenza tra chi vive immerso nella vita e come una pallina si lascia travolgere da questa senza rendersi conto del vano vivere e chi invece avverte i limiti umani, proprio come un aereo in volo che dall'alto dà la possibilità di scorgere la terra sottostante, delineata nelle sue forme. La posizione diviene strategica. Il fu Mattia Pascal rappresenta attraverso la narrazione il processo umoristico mentre lo scrittore lo descriverà in forma saggistica. Entrambi riescono in questa missione utilizzando lo stesso punto di vista, consci dei limiti umani decidono di raccontare questa condizione utilizzando due lingue apparentemente diverse. Inoltre si può rintracciare lo stesso schema nei testi: Pirandello nella prima parte del saggio è alla ricerca della definizione, della storia quindi in una fase di affermazione dell'argomento, allo stesso modo il fu Mattia Pascal, che racconta e definisce la sua storia; nella seconda parte dell’Umorismo si delinea una fase di incertezza proprio come quella che emerge dal centrale personaggio Adriano; inoltre, nell'ultima fase del saggio come del romanzo si scoprono i veli e la consapevolezza, la maturazione pongono i narratori in una condizione estraniata: colui che non vive e non muore.
Nella prima parte dell’Umorismo lo scrittore mette sotto esame gli esempi che si possono riscontrare nelle varie letterature, un'analisi della storia letteraria per cercare di carpire personaggi simili al suo Mattia Pascal. Una ricerca continua per capire analogie e differenze con il passato ed il presente. Questa è la stessa condizione che rinchiude Mattia nella sua biblioteca Boccamazza a fare ricerche e analisi e nel confronto scomporrà sempre più se stesso.
L'umorismo rappresenta in forma di saggio il suo personaggio Mattia, che a sua volta incarna questo stato d'animo. Mattia Pascal si imbatte in personaggi disadattati, con condizioni penose di esistenza che gli danno la possibilità di riflettere sui diversi problemi dell'umanità. Ciò avviene tramite continue digressioni, allo stesso modo, nella seconda parte del saggio, si riscontrano diverse fonti e citazioni che apparentemente risultano normali, visto la forma saggistica, ma che scopre il velo che le cela, ci si rende conto che non sono altro che autentiche digressioni.
Pirandello non tollera, e lo ribatte a più riprese, la presunzione delle definizioni; per lo scrittore siciliano la realtà è relativa. In questo senso la filosofia non è adatta, questa tende a dare definizioni e quindi a creare una forma, e in quanto tale, ingannevole; solo la letteratura riesce ad avere una duplice funzione sia per ciò che concerne l'interpretazione della vita sia per il provvidenziale ausilio; visto che risulta essere una distrazione dalla vita.
L'arte in genere ha sempre usato comporre, vestire l'opera, l'umorismo è il processo della scomposizione, della nudità. Tale processo viene innescato dalla speciale attività della riflessione. Questa analizza e scompone la realtà; il soggetto rimarrà investito dalla perplessità che nasce dalla frattura tra l'ideale e il reale. Secondo Pirandello la vita è un fiume che scorre, l'uomo si trova imprigionato in una forma investito da una luce tenue, i lanternini di cui si parla nel Fu Mattia Pascal. Questa condizione di stabilità si può ascrivere ad uno stato di morte, ma una volta che la forma finisce, avviene la morte fisica e si ritorna al fiume che scorre, alla vita. Per riuscire a cogliere ciò è inevitabile lo sdoppiamento, proprio come fa Mattia Pascal. Risulta evidente come tra il saggio ed romanzo emergano tratti simili, sostanziali analogie, tra due generi che dovrebbero risultare diversi.
Il sentimento del contrario che nasce dall'esempio della vecchia signora che si legge nel saggio L'umorismo, risulta simile a quello che suscita Mattia quando si traveste da Adriano Meis. La compassione risulta dominante all'interno del saggio; l'esempio del Giusti che prova pietà per i soldati austriaci potrebbe rappresentare un atteggiamento simile a quello di Mattia che accetta le motivazioni della moglie e di Pomino. Pirandello indica il metodo di lettura del testo, affermando che per comprendere il saggio bisogna porsi con una precisa predisposizione, vale a dire quella umoristica, bisogna cioè comprendere che il testo è il contrario di ciò che dovrebbe essere.
Fu Mattia Pascal è il protagonista assoluto. Attraverso mille esempi che si rintracciano tra le pagine del saggio, fu Mattia Pascal emerge indossando diverse maschere come quella del Don chisciotte o del Don Abbondio.
Il bibliotecario, è lui il personaggio che si cela dietro le pagine del saggio L'umorismo, sempre lui che apre libri, sfoglia trattati e riempie pagine di citazioni, in questo vortice ricco di contraddizioni il risulta un fantasma che solo un particolare stato d'animo, una particolare disposizione, ovviamente quella umoristica, può smascherare. Il saggio risulta avere una doppia faccia, una per l'apparire: per il concorso, dettata dall'esigenza, ed un'altra interna: la faccia dell'essere, la vera sostanza, lo slancio spontaneo di un artista che non riesce a piegarsi alle ragioni del mercato e che non soffoca la propria vocazione umoristica. Tutto è il contrario di ciò che dovrebbe essere, un saggio che non è un saggio ma un romanzo, Il fu Mattia Pascal.
Il romanzo Fu Mattia Pascal a partire dal capitolo intitolato Adriano Meis, è assolutamente il saggio L’umorismo. L'umorismo si traveste di un volto che non è il suo, proprio come Mattia, ma poi lentamente con sempre maggiore forza decide di fuggire da questa prigionia; il tumulto squarcia la forma e esce il suo vero volto, scappa dalla maschera e si svela il suo autentico essere: un romanzo travestito da saggio, proprio come Mattia travestito da Adriano.
Come Mattia, che si porrà in uno stato di sospensione che gli renderà chiaro la stato della realtà in quanto illusoria e umoristica, il saggio vedrà svelati i suoi canoni e paleserà il suo stato.
Questo brano è tratto dalla tesi:
"L'umorismo" di Pirandello tra saggio e romanzo
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Mineo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Educatore Interculturale |
Relatore: | Salvatore Zarcone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 78 |
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