Derrida lettore di Mallarmé
L'oscurità di Mallarmé e la critica
Nell’ambito della riflessione sulla crisi di valori che investe il suo tempo, Stephane Mallarmé prende in considerazione anche la questione del valore della letteratura, coinvolto insieme agli altri in questo crollo. Di fronte alla constatazione della perdita del valore della poesia, il poeta francese inizialmente tenta di ripristinarlo attraverso l’affermazione della parola poetica come valore assoluto, poiché, in opposizione rispetto alla lingua comune, usata semplicemente per nominare le cose, essa elude una funzione descrittiva o rappresentativa, ma “emana, senza la noia di un vicino o concreto richiamo, la nozione pura”. Tuttavia, questo progetto si frantuma di fronte alla consapevolezza mallarmeana della poesia come sistema finzionale, convenzione basata sull’artificio, in relazione alla quale crolla il concetto di verità, quale presupposto necessario da cui discende la possibilità di un sistema assiologico.
In relazione a questa posizione ambivalente di Mallarmé sul valore della poesia, emerge il fatto che esso non procede né da un’istanza interna alla letteratura, dunque dalla lingua e dal suo gioco, né in riferimento al carattere di finzionalità dell’arte.
Il valore della poesia, infatti, scavalca queste motivazioni interne alla dimensione letteraria, per identificarsi con il gesto della sua attribuzione. Se dunque, il valore risiede semplicemente nel suo conferimento, allora esso si costituisce in relazione a ciò che attribuisce un significato e una verità alla poesia, cioè alla critica, che, attraverso il suo lavoro di analisi e ricerca ermeneutica, consegna alla letteratura una giustificazione del suo senso e della sua esistenza.
Più specificamente, è possibile osservare questo movimento di conferimento del valore e del significato della letteratura, prendendo in considerazione il rapporto che si stabilisce tra la critica letteraria e l’opera poetica di Mallarmé.
La poesia mallarmeana, caratterizzata dalla sospensione semantica e da una conseguente indecidibilità, si offre, infatti, alla critica, rimettendo totalmente ad essa la decisione del suo significato, quale depositaria di una missione testamentaria.
A questo proposito è necessario sottolineare ciò che Derrida, in Après-coup, definisce come carattere testamentario della scrittura di Mallarmé. Questa determinazione della poesia malllarmeana si costituisce relativamente alla nozione di impersonalità, che postula la necessità dell’assenza del poeta e della sua intenzionalità, dunque, in un certo senso, la sua ‘morte’. Da questa dimensione luttuosa si verifica un abbandono del testo poetico ai suoi effetti di senso, tale da produrre uno spazio semantico indecidibile, in cui i significanti restano sospesi tra le loro infinite possibilità di significato.
In questa prospettiva, il legato testamentario, consegnato alla critica, consiste nella decisione del senso totale della poesia, cui ricondurre la sua indecisione semantica. In questo contesto, Derrida stabilisce un legame, attraverso un gioco di parole, tra la critica e l’immagine della cripta, che contiene la tomba dell’autore, alludendo metaforicamente all’assenza dell’intenzionalità del poeta, quale presupposto del lavoro critico. D’altra parte, secondo il filosofo francese, la missione testamentaria lasciata in consegna alla critica da Mallarmé, si rivela in realtà un inganno, un leurre, in cui risuona l’ambiguità di or a segnalare l’impossibilità dell’attribuzione del valore alla poesia. L’operazione con cui Mallarmé attribuisce alla critica la decisione del significato della propria poesia, si determina, infatti, ingannevole, poiché l’indecidibilità semantica prodotta dalla scrittura impedisce la possibilità stessa di applicare il krinein, negando così qualsiasi riduzione della poesia in un orizzonte di senso definito.
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Derrida lettore di Mallarmé
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Informazioni tesi
Autore: | Annalisa Caserini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Mauro Carbone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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