La capacità e l'incapacità di amare
L'origine dell’incapacità di amare
Il nostro comportamento attuale è definito sia dal nostro passato sia dal nostro futuro: ognuno di noi è in parte condizionato dalle esperienze vissute (visione psicodinamica) ed è parimenti condizionato dalle aspirazioni e dalla progettualità (visione cognitivo- comportamentale). La qualità del vissuto del momento prende forma dal campo intersoggettivo attraverso l'esperienza diretta in tempo reale all'interno di un contesto eco sistemico complesso (visione umanistico-esistenziale). Gli uomini risultano forniti naturalmente della capacità di amare tanto quanto risultano provvisti della capacità del movimento, della vista, dell'udito e della parola, e alla pari delle altre capacità anche questa necessita di essere esercitata, di circostanze contestuali favorevoli e, là dove possibile, di modelli da prendere come esempio (Spalletta, 2012). Durante i primi anni di vita si impara a vedere, auto-riconoscersi e ad amare sé stessi proprio in virtù dell'esser stati visti, riconosciuti ed amati; al contrario se non si sono vissute esperienze riferite a certi aspetti, necessità e sentimenti di noi stessi, maturando non si apprende a vederli o a riconoscerli. Un bisogno fondamentale dell'essere umano è quello di ritrovare i propri stati interni (affetti, pensieri, interazioni) rispecchiati correttamente nel caregiver. L'interiorizzazione dell'esperienza di rispecchiamento permette di creare la funzione di contenimento di affetti, sentimenti e pensieri. Le motivazioni intersoggettive sono: il bisogno di capire l'altro, il bisogno di essere riconosciuti, il bisogno di definirsi e ridefinirsi sentendosi rispecchiati negli occhi dell'altro. Sequenze ripetute di un rispecchiamento fallimentare incidono sulla vulnerabilità allo stress attraverso: l'instaurarsi della dipendenza fisica dall'altro; la confusione o la congruenza tra stato affettivo percepito dal bambino e affetto riflesso; l'impossibilità di riconoscere i propri stati mentali in quelli del caregiver; l'iper-investimento di energie nel controllo della mente dell'altro. Questo predispone ad un uso eccessivo dell'identificazione proiettiva, a rappresentazioni di sé distorte, inconciliabili, non integrate, a una disorganizzazione, ad una carente capacità di mentalizzazione, ad una pervasiva ambivalenza conflittuale intrapsichica e relazionale (Spalletta, 2012)
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La capacità e l'incapacità di amare
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Informazioni tesi
Autore: | Diletta Venni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Scuola Superiore di Scienze dell'educazione San Giovanni Bosco |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Roberto Cutajar |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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