La riflessione femminista sulla sicurezza
L'intervento dello Stato a tutela dei diritti delle donne
La globalizzazione rappresenta una grande trasformazione, non soltanto per l’organizzazione territoriale dell’attività economica, ma anche per l’organizzazione del potere politico, soprattutto per quanto riguarda la sovranità degli stati.
[...]
Esiste un’emergente dottrina femminista del diritto internazionale, che non è però focalizzata sulla questione della sovranità e sulle sue trasformazioni. Questa critica femminista è interessata soprattutto ad affermare due idee: l’esigenza che fra gli stati prevalga "l’etica dell’attenzione" e il timore che il principio di non intervento negli affari interni degli stati lasci le donne esposte ad abusi e ingiustizie. Entrambe queste idee rappresentano la trasposizione alle relazioni tra stati della critica delle norme liberaldemocratiche che governano, rispettivamente, la relazione tra l’individuo e lo stato e la distinzione tra sfere privata e pubblica.
Nella tradizione liberale classica lo stato non interviene fra le mura domestiche e nella sfera della famiglia. Allo stesso modo, secondo il diritto internazionale, gli stati non intervengono negli affari interni di altri stati. Nel primo paragrafo di questo capitolo, ho accennato al fatto che il femminismo mette in discussione la divisione della sfera domestica e di quella internazionale, proprio perché nasconde le violazioni dei diritti non riconducibili al rapporto individuo-stato.
Cioè se non è lo Stato a violare i diritti degli individui presenti sul suo territorio, allora non si deve intervenire sul piano del diritto internazionale, anche a fronte di gravi violazioni dei diritti umani da parte di attori non statali, perché queste situazioni sono considerate appartenenti alla politica interna dello Stato ed in nome della sovranità degli stati non si può intervenire. Al contrario, le femministe sono convinte che lo Stato debba intervenire tra le mura domestiche e negli affari interni di altri stati se si verificano abusi.
L’identità fra Stato sovrano e io sovrano, che Elshstain ha elaborato, ha l’effetto di personificare lo Stato e di mostrare che il diritto internazionale ha natura maschile. In una rassegna critica della dottrina femminista del diritto internazionale, Karen Knop osserva che la personificazione dello Stato ha l’effetto di negare l’identità individuale e collettiva delle donne all’interno degli stati e trasversalmente per essi.
Le donne vengono relegate nella sfera di un determinato stato e rese invisibili nel panorama del diritto internazionale, in quanto vengono inglobate nella sovranità dello Stato.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La riflessione femminista sulla sicurezza
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandra Mittiga |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Raffaella Baritono |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 105 |
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