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L'economia del Mezzogiorno preunitario: le Società Economiche e la provincia di Terra di Lavoro

L'industrializzazione: caratteristiche e limiti

Nell'accezione storiograficamente più usata, per economia preindustriale va ad intendersi un contesto caratterizzato da povertà diffusa e da un'economia di sussistenza priva di specializzazione del lavoro (produzione di beni e servizi non destinati al mercato o allo scambio, ma consumati dal produttore e dalla sua famiglia), nella quale l'agricoltura rappresenta la fonte più importante del reddito nazionale (80% o più).
Va ricordato che il periodo di affrancamento dei Paesi europei dall'economia preindustriale, verso un sistema economico basato su una produzione di beni tale da garantire un reale processo di accumulazione e di sviluppo, si è registrato ovunque a cavallo dei secoli XVIII-XIX; tuttavia la velocità con cui questo processo, nato in Inghilterra, si è altrove innestato è stata diversa da Paese a Paese secondo condizioni evidentemente socio-economiche e geografiche.
Se Belgio, Francia e Svizzera (oltre agli Stati Uniti) furono i primi a seguire l'esempio inglese (i cosiddetti "first comers"), l'Italia fece parte dei cosiddetti "late comers", che fecero registrare una reale rivoluzione agraria e industriale solo dopo i primi decenni dell'Ottocento … ciò riguardò, è bene evidenziarlo, l'intera penisola.
In linea generale, quella che potremmo definire la "prima rivoluzione industriale" italiana riguardò in prevalenza, come altrove, il settore tessile e metallurgico e si accompagnò alla rivoluzione agricola, ovvero allo sviluppo di nuove conoscenze e tecniche di coltivazione (intensive e specializzate, sempre più meccanizzate).
Guardare, quindi, all'industria napoletana nel XIX secolo significa evidenziare in quale misura essa abbia partecipato alla complessiva ascesa industriale della penisola; significa quindi coglierne la rilevanza, in particolare per alcune grandi fabbriche o per interi settori manifatturieri della città di Napoli o della sua provincia, ma anche per il ruolo non marginale del settore secondario dell'occupazione.
Se oggi è superata la visione dualistica che vede lo sviluppo industriale italiano dell'Ottocento preunitario concentrato solo al Nord, relegando il Sud ad una "ricorrente" arretratezza, è pur vero che la rivoluzione industriale al Sud vide persistere alcuni motivi di debolezza, già emersi durante le pagine di questo CAPITOLO:
• le deficienze imprenditoriali e capitalistiche della borghesia napoletana, rispetto a quella settentrionale
• il legame troppo stretto, quasi di dipendenza, con imprenditori e capitali esterni o pubblici, oltre alle disorganiche politiche economiche di protezione statale
• la disomogeneità territoriale, sia in termini di contesto socio-economico che di infrastrutture
Di contro meno avvertite furono le varie crisi europee, a causa dello strettissimo legame che l'industria meridionale aveva con il mercato interno, pur nell'ambito di una oscillante, come detto, politica doganale. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'economia del Mezzogiorno preunitario: le Società Economiche e la provincia di Terra di Lavoro

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Rippa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economiche
  Relatore: Angelina Marcelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 154

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